Obbligazioni europee alla prova del decoupling

Negli ultimi due mesi, il mercato obbligazionario ha vissuto una fase turbolenta, guidata principalmente dai titoli statunitensi. Questo periodo è iniziato a metà settembre, quando la Fed ha sorpreso i mercati con un taglio dei tassi di mezzo punto percentuale. Tuttavia, le aspettative del mercato si sono rapidamente ribaltate a causa di due fattori chiave: la resilienza della crescita economica americana e l’impatto delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti, concluse con una vittoria del Partito Repubblicano.

L’impatto del contesto Usa

Negli Stati Uniti, la crescita economica ha superato le attese, creando un dilemma per la Fed, che aveva promesso un percorso di riduzione dei tassi. Al contempo, la vittoria repubblicana ha spianato la strada a un’espansione significativa del deficit di bilancio, presumibilmente finanziato attraverso nuovo debito pubblico. Questo ha portato a un rialzo delle aspettative sui tassi d’interesse: se a settembre si prevedeva un “terminal rate” sotto il 3%, oggi le stime indicano un livello vicino al 4%.

Questi sviluppi hanno avuto ripercussioni sul mercato valutario, con il dollaro che ha guadagnato terreno sull’euro. Il differenziale tra i tassi Usa ed europei, già ampliato dal rialzo dei tassi americani, si è ulteriormente accentuato con le elezioni, sostenendo il rafforzamento del biglietto verde.

Dinamiche divergenti

In Europa, la situazione è stata diversa. I titoli obbligazionari europei hanno registrato perdite più contenute rispetto a quelli statunitensi, grazie a un contesto di crescita debole che costringe la Bce a mantenere una politica monetaria espansiva. Le aspettative sui tassi europei riflettono questa fragilità economica: i mercati prevedono che il “terminal rate” della Bce scenderà sotto il 2% per evitare ulteriori pressioni sull’economia.

Un evento significativo è stato il superamento, per la prima volta, del rendimento dei Bund decennali rispetto al tasso swap. Questo movimento, amplificato dalla crisi politica in Germania, ha riacceso il dibattito sull’opportunità di aumentare il debito pubblico per contrastare la stagnazione economica. Nonostante la solidità finanziaria della Germania, il mercato ha richiesto rendimenti più elevati in vista di un possibile incremento delle emissioni obbligazionarie.

Opportunità nei corporate bond

Le dinamiche sui Bund hanno avuto effetti a catena sui corporate bond. Lo spread tra obbligazioni corporate e governative tedesche si è compresso, ma non per una riduzione del rischio corporate. Piuttosto, l’aumento degli spread governativi ha guidato il movimento. Correggendo gli spread corporate rispetto al tasso swap, i livelli attuali risultano ancora attraenti da un punto di vista storico.

In questo contesto, il posizionamento sul credito europeo rimane strategico. La combinazione di una crescita economica anemica, ma non recessiva, e una BCE pronta a sostenere l’economia con ulteriori tagli dei tassi rende gli investimenti obbligazionari, sia governativi che corporate di alta qualità, particolarmente interessanti.

Strategia di investimento

Secondo Francesco Castelli, responsabile obbligazionario di Banor, per affrontare questa fase di mercato, è opportuno privilegiare un portafoglio di corporate bond con alta qualità creditizia, evitando emittenti con eccessiva leva finanziaria o merito creditizio troppo basso. Questo approccio permette di bilanciare il rischio e cogliere le opportunità offerte da spread corporate storicamente vantaggiosi, in un contesto in cui la BCE è pronta a intervenire per sostenere il ciclo economico.

In conclusione, nonostante la divergenza tra i mercati obbligazionari europei e statunitensi, le condizioni attuali offrono opportunità interessanti nel mercato europeo. La cautela nella selezione degli investimenti e l’attenzione alla qualità creditizia rimangono elementi fondamentali per navigare in questa fase complessa e dinamica.

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