Negli ultimi giorni, l’amministrazione Trump ha chiarito in modo inequivocabile il suo pensiero sull’Europa: Da una parte, JD Vance ha attaccato il Vecchio Continente durante un discorso alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco, dall’altra Donald Trump ha annunciato i prossimi colloqui con Putin, senza invitare né informare i leader europei e l’Ucraina stessa.
In aggiunta a ciò, il segretario alla Difesa statunitense Pete Hesgeth ha suggerito che l’Ucraina dovrebbe accettare importanti perdite di territorio e spetterebbe all’Europa e alle sue truppe difendere sia essa che il nuovo accordo. Sembrerebbe, infatti, probabile che all’Ucraina possa essere impedito di aderire alla NATO, il che significherebbe che l’accordo di difesa collettiva delineato nell’articolo 5 dello statuto dell’alleanza non costringerebbe più gli Stati Uniti ad accorrere in difesa dell’Ucraina.
Secondo Hector McNeil, Co-CEO e Co-Founder di HANetf: “Tutto ciò delinea un quadro ben preciso: l’Europa non può più contare sugli Stati Uniti per proteggere i propri interessi, a differenza del passato quando gli USA erano proprio l’ultimo deterrente per il Vecchio Continente. Ora, invece, l’Europa si trova di fronte alla cruda realtà di doversi difendere da sola. Di conseguenza, i leader europei hanno dovuto prepararsi a un vertice di emergenza che si è tenuto a Parigi a cui ha presenziato anche il Regno Unito che, nonostante l’uscita dall’Unione Europea, non può distaccarsi allo stesso modo dalla geopolitica europea. Al momento tra le opzioni, c’è la possibilità che i Paesi europei creino una nuova alleanza “ombra della NATO”, non dissimile dall’Unione Europea Occidentale (UEO) della Guerra Fredda e, così facendo, potrebbero sembrare in grado di prendere in mano il proprio destino, di affrontare la Russia e di dimostrare agli Stati Uniti che l’Europa non può essere ignorata”.
“Nonostante tutto – aggiunge McNeil – un punto rimane fermo: l’Europa deve spendere di più per la difesa. Il Presidente dell’Unione Europea Ursula von der Leyen ha già proposto di esentare la difesa dai limiti imposti dall’UE alla spesa pubblica e il Regno Unito potrebbe dover seguire l’esempio. Keir Starmer, primo Ministro del Regno Unito, si era precedentemente impegnato ad aumentare la spesa per la difesa del 2,5% del PIL, cosa che non si è ancora concretizzata, ma che ora sembra essere il minimo indispensabile. In questo contesto complesso, i maggiori beneficiari del probabile imminente riarmo saranno sicuramente i titoli della difesa, tra cui Rheinmetall, BAE e Thales. Nelle condizioni attuali, infatti, non sarebbe poi sorprendente vedere il preesistente obiettivo della NATO del 2% del PIL sostituito da obiettivi del 3% e oltre”.