Mercati, attenzione: i dazi di Trump stanno creando per ora solo volatilità

A Donald Trump piace usare i dazi come strumento di negoziazione. L’ha fatto nel suo primo mandato e lo sta facendo ora. Per esempio, ha deciso di imporre dazi del 25% sulle importazioni canadesi e messicane, a meno che i rispettivi governi non accettassero di affrontare le questioni della sicurezza del confine. Questi hanno accettato e i dazi, nel corso di una giornata, sono stati rinviati fino a marzo. Tuttavia, è difficile capire quale sia il piano politico a lungo termine.

Lasciando da parte la politica, questa situazione rende difficile, dal punto di vista dei mercati finanziari, valutare le potenziali ripercussioni economiche. “I prezzi azionari hanno subito oscillazioni considerevoli mentre si consideravano fattori come la pressione inflazionistica a breve termine, la minaccia di un rallentamento economico e l’aumento dei rischi geopolitici. Ma se queste “mini-guerre” commerciali dovessero concludersi in 24 ore, servirebbero solo ad aumentare la volatilità a breve termine, per poi far riprendere le condizioni di mercato originarie”, afferma Gianmarco Roncarolo, Sales Director Italy di GraniteShares.

“Pur aspettandoci che l’incertezza che circonda l’ambiente commerciale globale continui a innescare fasi di volatilità accentuata, riteniamo che la reazione dei mercati a ulteriori dinamiche “minaccia / revoca” potrebbe progressivamente ridursi”, aggiunge l’esperto di GraniteShares.

“Per formulare valutazioni più definitive saranno necessari ancora un paio di mesi, almeno, ma oggi possiamo dire che, se i dazi si confermassero misure transitorie, il rischio inflazionistico sarebbe inferiore rispetto ai timori degli investitori e l’eventuale impatto negativo sulla crescita economica sarebbe contenuto, preservando il potere d’acquisto dei consumatori nel lungo periodo”, conclude Roncarolo.

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