Nel 2024 il mercato statunitense delle obbligazioni convertibili ha registrato un rendimento dell’11,0 e ha iniziato il 2025 con uno slancio maggiore, grazie a una confluenza di fattori economici, di mercato e strutturali. Con una capitalizzazione di mercato di 292 miliardi di dollari e 459 emissioni disponibili, il mercato statunitense rappresenta il 67% dell’universo globale degli investimenti in obbligazioni convertibili, a riprova della sua posizione dominante in questa asset class ibrida.
In questo contesto, ecco di seguito sette motivi per inserire in portafoglio questa asset class secondo Nicolas Crémieux, Head of Convertible Bonds di Mirabaud AM.
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L’impennata delle emissioni porta nuove opportunità
Nel 2024 il mercato statunitense delle obbligazioni convertibili ha registrato un significativo rimbalzo delle emissioni, con una nuova offerta pari a 78,9 miliardi di dollari. Questo rappresenta circa il 75% dell’emissione totale a livello globale, pari a 105,6 miliardi di dollari.
Il mercato statunitense ha beneficiato di un’ondata di attività di rifinanziamento, dal momento che gli emittenti si sono trovati a dover affrontare il muro delle scadenze delle obbligazioni convertibili degli anni della pandemia. Con circa 34 miliardi di dollari e 55,7 miliardi di dollari di nozionale che dovrebbero essere rimborsati o convertiti nel 2025 e nel 2026, ci aspettiamo che questa tendenza continui, dato che i tassi d’interesse elevati hanno reso le obbligazioni convertibili un’opzione di finanziamento interessante per gli emittenti.
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La ripartizione settoriale e il ruolo dell’innovazione e della crescita
Il mercato statunitense delle convertibili è fortemente concentrato su settori orientati alla crescita, con quello tecnologico che rappresenta il 31% della capitalizzazione di mercato (91,2 miliardi di dollari) e il 29% delle emissioni (133 obbligazioni). Segue l’healthcare con il 13% della capitalizzazione di mercato (38,5 miliardi di dollari) e il 18% delle emissioni (81 obbligazioni). I settori dei consumi discrezionali e finanziari contribuiscono ciascuno all’11% della capitalizzazione di mercato, mentre gli industriali e i servizi di pubblica utilità completano la classifica dei settori più importanti con il 10% ciascuno. Tra i contributi minori, si segnalano il settore energetico (2%), quello immobiliare (3%) e i materiali (2%), a sostegno della diversificazione del mercato.
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Alternative alle Magnifiche Sette
Le small e mid cap, con capitalizzazione di mercato inferiore a 5 miliardi di dollari, dominano il mercato statunitense delle obbligazioni convertibili in termini di numero di emissioni in circolazione, con una quota del 53% (242 emissioni). Tuttavia, rappresentano solo il 28% del valore totale di mercato, pari a 81,5 miliardi di dollari. Al contrario, le società a grande capitalizzazione contribuiscono al 47% delle emissioni totali (214 obbligazioni), ma rappresentano una quota significativamente maggiore del valore di mercato, pari al 72%, con 211 miliardi di dollari statunitensi.
Data l’attuale estrema concentrazione del mercato azionario statunitense, con il 10% dei titoli che rappresenta il 75% della capitalizzazione totale di mercato, l’esposizione alle obbligazioni convertibili può essere una preziosa fonte di diversificazione, offrendo agli investitori l’accesso a un insieme più ampio di opportunità al di là dei titoli a large cap dominanti.
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Il focus su ricavi nazionali attenua il rischio dazi
Gli emittenti statunitensi di obbligazioni convertibili sono relativamente isolati dalle ritorsioni tariffarie grazie ai loro flussi di ricavi più orientati al mercato nazionale, mentre persiste il rischio di una guerra commerciale più ampia. Secondo BofA Research, solo il 27% degli emittenti statunitensi di obbligazioni convertibili ha fornitori in Cina (compresi Hong Kong e Taiwan), e i settori più vulnerabili sono quelli dei prodotti per la casa, dell’hardware tecnologico e dell’elettronica. Inoltre, il 31% degli emittenti statunitensi di obbligazioni convertibili ha almeno un fornitore in Canada, mentre il 6% ne ha almeno uno in Messico, in particolare in settori come le case automobilistiche, il gaming e l’elettricità integrata, anche se l’esposizione complessiva a queste regioni è inferiore a quella alla Cina.
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L’M&A rimarrà un catalizzatore di rendimento
Le politiche di Trump volte ad alleggerire la normativa sulle fusioni e acquisizioni potrebbero favorire i titoli a piccola capitalizzazione. Secondo una nostra analisi, dal 2014 l’attività di acquisizione è stata significativa tra gli emittenti di obbligazioni convertibili, dovuta in gran parte alle small e mid cap che costituiscono il 72% degli obiettivi di acquisizione negli Stati Uniti. Negli ultimi tre anni si sono verificate 34 acquisizioni, tra cui l’ultima di Envestnet da parte di Bain Capital (chiusa nel novembre 2024), mentre il settore healthcare ha registrato un aumento dell’attività di transazione, ad esempio con l’acquisto di Shockwave Medical da parte di Johnson & Johnson.
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I profili migliori tornano in auge
A dominare il mercato statunitense sono i profili convertibili “bilanciati” – l’unica categoria che prevede la convessità – rappresentando il 43% della capitalizzazione di mercato (126,2 miliardi di dollari) e il 41% delle emissioni (189 obbligazioni). Le obbligazioni convertibili “Bond-like” rappresentano il 31% della capitalizzazione di mercato (89,5 miliardi di dollari), mentre i profili “Equity-like”, più sensibili ai movimenti dei prezzi azionari, rappresentano il 26% (76,3 miliardi di dollari)[6]. Nel tempo, prevediamo un continuo miglioramento delle caratteristiche del mercato delle obbligazioni convertibili, grazie a un mercato primario dinamico che favorisce i profili asimmetrici e al rimborso delle emissioni con scadenza inferiore ai due anni, che sono in gran parte caratterizzate da profili bond-like.
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Rafforzare il profilo di rendimento asimmetrico
L’analisi dell’asimmetria guarda all’indietro, misurando la partecipazione dei prezzi delle obbligazioni convertibili ai movimenti delle azioni sottostanti. Utilizzando l’indice FTSE US Convertible Bonds (USD hedged) e il suo cosiddetto indice di parità, che rappresenta la performance dei titoli azionari sottostanti, abbiamo riscontrato una partecipazione media al rialzo del 50% dal primo semestre 2019, con un picco del 68% nel primo semestre 2021 e un minimo del 39% nel primo semestre 2023. Al contrario, la partecipazione al ribasso è stata in media del 47%, con un massimo del 65% nel primo semestre 2021 e un minimo del 34% nel primo semestre 2023.
I livelli di partecipazione delle convertibili statunitensi dipendono dal delta, ma il loro rapporto di cattura upside/downside offre indicazioni fondamentali sul rischio/rendimento. Nel secondo semestre del 2024 si è registrato un significativo miglioramento a 1,14x, rispetto al minimo storico di 0,90x nel primo semestre del 2022. Prevediamo che questa tendenza positiva continui, riflettendo le attuali dinamiche delle obbligazioni convertibili.