Investimenti, sfide fiscali e incertezze globali: la view di Crédit Mutuel AM

Negli ultimi mesi, l’incertezza riguardo agli effetti delle elezioni statunitensi ha subito un alleggerimento parziale, ma il tema continua a rappresentare un fattore cruciale per gli investitori. Secondo François Rimeu, Senior Strategist di Crédit Mutuel AM, “Al momento tra loro c’è sufficiente ottimismo e i dazi vengono considerati più come uno strumento di negoziazione da parte degli Stati Uniti che come barriere all’ingresso a lungo termine.” Tuttavia, l’equilibrio tra le politiche fiscali e le necessità di entrate fiscali rimane una preoccupazione. Rimeu evidenzia infatti che i tagli fiscali proposti dall’amministrazione Trump comportano un costo stimato di 3.500 miliardi di dollari in dieci anni, il che solleva dubbi sulla sostenibilità di tale approccio nel lungo periodo.

L’ottimismo che caratterizza attualmente gli investitori potrebbe essere compromesso nei prossimi mesi, dato che la politica fiscale statunitense potrebbe non essere in grado di soddisfare le sue ambizioni senza ulteriori entrate. Questo scenario contrasta con le necessità di bilanciare diversi obiettivi economici e geopolitici, come il rafforzamento delle politiche fiscali e il mantenimento di un contesto favorevole alla crescita.

Oltre alla situazione negli Stati Uniti, un altro fattore rilevante è la performance dei mercati azionari. Quest’anno, infatti, le azioni europee e cinesi hanno sovraperformato quelle statunitensi, segnando una svolta importante nella competitività globale. Rimeu sottolinea come il panorama tecnologico stia cambiando, con emergenti come DeepSeek, Qwen 2.5 e Mistral che pongono interrogativi sulla tradizionale superiorità tecnologica degli Stati Uniti. Nonostante un’altra solida stagione di utili per le imprese americane, le valutazioni attuali suggeriscono che “non ci sia molto margine di errore nei risultati di alcune società”, spingendo gli investitori a riallocare gli investimenti, in particolare verso i beni industriali.

Un altro aspetto che Rimeu analizza è il riequilibrio delle tendenze macroeconomiche. Dopo due anni di crescita trainata dal settore dei servizi, si sta osservando un ritorno al settore dei beni di consumo, un fenomeno che potrebbe stimolare una rotazione settoriale e dare un impulso positivo alle piccole e medie imprese. Tuttavia, l’analista mette in guardia sulle previsioni di crescita per gli Stati Uniti, le quali sono “ora molto più elevate”, il che rende più difficile una nuova “sorpresa al rialzo”.

In Europa, la situazione rimane più complessa. Nonostante la crescita stentata di economie chiave come Francia e Germania, l’Eurozona potrebbe beneficiare di un leggero rimbalzo. Rimeu fa notare che “gli indicatori anticipatori mostrano un leggero rimbalzo, soprattutto in Germania”, il quale potrebbe continuare grazie agli effetti ritardati del deprezzamento dell’euro. Allo stesso modo, la stabilizzazione politica in Germania, dopo le elezioni che si sono svolte nei mesi scorsi, potrebbe alleggerire l’instabilità della zona euro.

Nel contesto di un possibile aumento delle spese militari e di un governo europeo che potrebbe continuare a sostenere i deficit di bilancio, le prospettive di crescita restano modeste ma non necessariamente negative. A supporto di queste previsioni, Rimeu continua a mantenere un outlook positivo sulle obbligazioni denominate in euro, sia Investment Grade che High Yield, grazie a un ciclo di riduzione dei tassi da parte della BCE.

Anche se gli Stati Uniti stanno vivendo una fase di crescita economica robusta, gli “spread asset” americani appaiono meno allettanti a causa dei premi di rischio estremamente bassi. La possibilità di un calo dei tassi d’interesse USA, pur con un rischio inflazionistico maggiore, potrebbe essere una direzione più plausibile per la seconda metà dell’anno. In particolare, la previsione di un tasso terminale del 4% sembra ottimistica, considerato che “le previsioni di crescita sono già elevate” e che la transizione verso un’economia maggiormente orientata ai beni di consumo potrebbe non favorire gli Stati Uniti.

In sintesi, l’analisi di François Rimeu offre una visione complessa e sfumata della situazione economica globale. Pur in presenza di elementi positivi, come la crescita del settore tecnologico in Europa e Cina, e la robustezza delle obbligazioni in euro, il futuro sembra tutt’altro che scontato. L’incertezza geopolitica, le sfide interne agli Stati Uniti e la necessità di un bilanciamento fiscale potrebbero rivelarsi fattori chiave per determinare la rotta economica nei prossimi mesi.

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