L’economia Usa è davvero sulla strada della contrazione?

Secondo le ultime previsioni del modello GDPNow della Fed di Atlanta, l’economia statunitense potrebbe subire un rallentamento significativo nel primo trimestre del 2025, con un calo annuo del PIL stimato al -2,8%. La notizia ha immediatamente attirato l’attenzione dei media e suscitato preoccupazioni tra gli investitori. Tuttavia, come evidenziato da Jeffrey Cleveland, Chief Economist di Payden & Rygel, è fondamentale non fermarsi al numero, ma analizzare le dinamiche sottostanti.

“Il GDPNow non è una previsione del trend strutturale di crescita dell’economia, ma uno strumento di monitoraggio”, ha dichiarato Cleveland. Il modello, lanciato nel 2014, è progettato per anticipare l’andamento del PIL di un trimestre, fornendo una previsione 122 giorni prima dei dati ufficiali. Sebbene abbia in generale rispecchiato l’andamento del PIL reale, il modello non è esente da errori di previsione.

Un aspetto importante da considerare è che la prima lettura ufficiale del PIL, pubblicata dal Bureau of Economic Analysis, è solo una stima approssimativa, realizzata con il 40% dei dati effettivi. Le revisioni successive possono portare a cambiamenti significativi nelle stime, con differenze che talvolta arrivano a due punti percentuali tra la prima e la terza lettura.

Cleveland sottolinea che la valutazione della crescita del PIL nel primo trimestre di ogni anno è particolarmente complessa, a causa di fattori stagionali e variabili difficili da interpretare, come i dati non destagionalizzati e l’effetto delle festività natalizie sul consumo. Quest’anno, ad esempio, la spesa di dicembre ha segnato un aumento mensile record, portando a una naturale contrazione dei consumi a gennaio, anche a causa delle condizioni meteorologiche sfavorevoli in alcune regioni degli Stati Uniti.

Anche se i dati attuali suggeriscono un rallentamento, l’accuratezza del modello GDPNow migliora nel tempo, con un errore medio di previsione che diminuisce a partire dai 30 giorni prima della pubblicazione del dato definitivo. A due mesi circa dalla pubblicazione, l’errore storico di previsione si è mosso tra +3,8% e -1,6%.

Cleveland evidenzia che due fattori particolari potrebbero influenzare la stima attuale del GDPNow. Il primo riguarda i consumi personali, che al momento sono previsti sostanzialmente stabili, con un calo rispetto alla previsione iniziale del +2,2%. Tuttavia, il potenziale per un rimbalzo nei mesi di febbraio e marzo non può essere escluso. Il secondo fattore riguarda le importazioni, che, come sottolineato dal modello, hanno avuto un impatto significativo sul PIL a causa di un’impennata registrata a gennaio. Questo aumento delle importazioni ha ridotto l’effetto positivo delle esportazioni nette sul PIL, con un impatto pari a 3,57 punti percentuali. Cleveland ricorda che tale fenomeno è estremamente raro e che le implicazioni a lungo termine sono ancora difficili da prevedere, soprattutto in un contesto di incertezze commerciali legate alla politica dei dazi.

Un altro strumento utile per monitorare la salute economica degli Stati Uniti è il “potere dei consumatori”, che si riflette nella crescita della spesa nominale. A gennaio, il potere di spesa dei consumatori è cresciuto del 5,4% rispetto all’anno precedente, il più alto incremento degli ultimi dodici mesi e ben sopra la media storica del 3,6%. Cleveland osserva che questo aumento potrebbe indicare una solida capacità di spesa, suggerendo che, nonostante le oscillazioni mensili e trimestrali, l’economia non sembra essere sull’orlo di una recessione.

Secondo l’economista, la crescita del potere d’acquisto dei consumatori è un indicatore chiave, poiché un rallentamento significativo del suo tasso di crescita precede di solito le recessioni. A gennaio, il tasso di crescita del potere dei consumatori ha registrato un aumento di 1,4 punti percentuali rispetto all’anno precedente, un segnale positivo che suggerisce che, nonostante le incertezze e la volatilità, il rallentamento previsto dal GDPNow potrebbe essere solo temporaneo.

In sintesi, nonostante le previsioni negative per il primo trimestre del 2025, Cleveland e altri esperti suggeriscono cautela nell’interpretare questi dati. Mentre alcuni modelli economici, come il GDPNow, indicano un possibile rallentamento, altri segnali, come il potere d’acquisto e il livello dei consumi, suggeriscono che l’economia statunitense possa ancora essere sulla strada della crescita, con una recessione non imminente.

 

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