“Siete mai stati in un ristorante gourmet? Molto probabilmente avrete mangiato anche il cannolo scomposto. Non è altro che un normale cannolo siciliano, ma invece di servirlo intero, te lo presentano con la cialda da una parte, la ricotta dall’altra e magari due gocce di riduzione d’arancia a decorare il piatto. Il risultato? Lo stesso dolce di sempre, ma venduto a 10-12 euro invece dei 2,50 euro della pasticceria sotto casa. Ecco, l’economia globale oggi funziona più o meno allo stesso modo: stiamo assistendo a un caos economico confezionato ad arte: dazi, spese militari fuori bilancio, previsioni di PIL che crollano… tutto sembra più complicato di quello che è, e alla fine chi paga il conto sono sempre gli investitori e i consumatori“. Ad affermarlo è Alessio Garzone, portfolio manager di Gamma Capital Markets, che di eseguito spiega più nei particolari la view.
Negli Stati Uniti, Trump sta mescolando gli ingredienti a caso, con una guerra commerciale che genera distorsioni nei dati economici, mentre in Europa persino la Germania, storicamente ossessionata dal rigore fiscale, ha deciso di mettere le spese militari “fuori menu” per non farle pesare sul bilancio. Il problema? Quando un’economia è scomposta, i mercati perdono punti di riferimento e il rischio di un effetto inflazionistico aumenta. Un po’ come quando ti ritrovi a pagare 12 euro per un cannolo destrutturato che, alla fine, era meglio intero. Cosa sta succedendo esattamente? E come possiamo dare un senso a questo caos? Andiamo con ordine.
Quando il caos economico prende il sopravvento, i mercati perdono i loro punti di riferimento. E questa settimana ne è stata la prova: l’S&P 500 ha perso il -3,1% e il Nasdaq 100 è sceso del -3,76%. Un ribasso che, preso singolarmente, potrebbe sembrare una normale correzione di mercato, ma che in realtà nasconde un intreccio di fattori che stanno creando una vera e propria tempesta perfetta.
Le cause sono molteplici e si sommano l’una all’altra, amplificando il ribasso:
Se c’è una cosa che questa settimana ha dimostrato, è che mentre gli indici azionari mostrano segno meno, sotto la superficie si stanno già muovendo delle rotazioni interessanti. Gli investitori stanno assumendo un atteggiamento più difensivo, spostando capitali dai settori più speculativi verso quelli più resilienti, come sanità e beni di prima necessità. Chi sta soffrendo di più? Tech e beni di consumo discrezionali, i settori che avevano guidato il rally degli ultimi due anni e che ora vedono le valutazioni rientrare su livelli più sostenibili. Allo stesso tempo, vediamo capitali muoversi dalle azioni USA verso mercati europei e cinesi.
Questo significa che dobbiamo aspettarci un crollo prolungato? Probabilmente no. Correzioni come questa sono normali e spesso creano opportunità. La volatilità spaventa, ma storicamente il vero rischio non è il ribasso di breve termine, è non saperlo sfruttare. Un ribilanciamento ponderato, una maggiore diversificazione e la capacità di individuare asset sottovalutati possono fare la differenza tra subire il mercato e anticiparne i movimenti. Quello che conta ora è capire dove stanno andando i flussi di capitale e posizionarsi di conseguenza. Perché alla fine, chi riesce a interpretare il cambiamento prima degli altri, è chi alla fine raccoglie i migliori rendimenti.