L’Asia-Pacifico, con la sua dinamica economia, rappresenta una delle regioni più promettenti per gli investimenti globali. Tuttavia, come spiegano Jason Pidcock e Sam Konrad, gestori della strategia Asian Equity Income di Jupiter Asset Management, per fare scelte di investimento veramente efficaci è fondamentale adottare una visione che combini l’approccio *stock picking* con una solida analisi macroeconomica. “In qualità di gestori stock picker e top-down, l’analisi del contesto macro fa parte del nostro DNA e ci consente di identificare i paesi e i settori che riteniamo più interessanti così come quelli da evitare”, affermano i due esperti.
L’approccio che adottano prende in considerazione numerosi fattori: la geopolitica, la politica locale, la demografia, il contesto economico e le tendenze globali che potrebbero influire positivamente o negativamente su determinati settori. Ecco un’analisi delle opportunità che i due esperti individuano nella regione.
Australia: una terra di opportunità spesso sottovalutata
Nonostante le sue numerose potenzialità, l’Australia viene spesso ignorata dagli investitori. Secondo Pidcock e Konrad, questo Paese è uno dei mercati sviluppati più interessanti nell’area Asia-Pacifico e addirittura a livello globale. “Il suo tasso di crescita demografica è uno dei più alti al mondo, grazie a un mix di immigrazione e crescita naturale”, spiegano. Questo rende l’Australia un mercato particolarmente dinamico. Inoltre, molte delle sue economie settoriali sono dominati da oligopoli, dove pochi grandi attori detengono una fetta significativa del mercato.
I due gestori, pur riconoscendo che l’Australia viene spesso erroneamente vista come un’economia dipendente dalle materie prime, la considerano una piattaforma per aggiungere varietà ai portafogli d’investimento. L’esposizione a otto settori diversi – dall’immobiliare al retail, fino al settore energetico – dimostra la sua diversificazione economica.
India: il futuro dei mercati emergenti
Se l’Australia rappresenta un’opportunità nei mercati sviluppati, l’India è vista come la terra promessa per gli investitori nei mercati emergenti. Secondo Pidcock e Konrad, l’India è il mercato emergente più interessante dell’Asia, e probabilmente del mondo. “Il mercato azionario indiano scambia a un premio rispetto al resto dell’Asia e agli altri mercati emergenti, un premio che riteniamo meritato”, spiegano. La crescita economica, alimentata dalla popolazione giovane e in espansione, è fortemente correlata ai rendimenti del mercato azionario. “L’India è una democrazia e il suo mercato azionario è dominato da società del settore privato”, aggiungono, evidenziando la solidità della struttura economica del Paese.
Singapore: una vetrina di stabilità e prosperità
Singapore è descritta come una delle economie più avanzate e stabilmente orientate al business nella regione. Con uno dei Pil pro capite più alti dell’Asia, il Paese si distingue per un sistema politico stabile e un quadro giuridico favorevole alle imprese. Inoltre, Singapore ha saputo costruire una posizione geopolitica solida, mantenendo ottimi rapporti con la maggior parte dei Paesi. Come osservano i gestori di Jupiter AM, “sta diventando sempre più la sede preferita in Asia dalle imprese globali”, fungendo da punto di accesso al Sud-est asiatico, una regione in forte crescita che include mercati come la Malesia, la Thailandia e le Filippine.
Taiwan: l’hub dell’innovazione tecnologica
Taiwan si sta affermando come uno dei principali centri tecnologici asiatici, con un mercato azionario che ha registrato le migliori performance in Asia nel 2024. Pidcock e Konrad sono ottimisti sul futuro del Paese, supportato da aziende di semiconduttori come TSMC e Hon Hai, che sono essenziali per l’approvvigionamento globale di componenti elettronici e tecnologici. “Taiwan beneficerà dell’aumento della spesa per l’intelligenza artificiale, che ha il potenziale di ridurre i costi in numerosi settori”, affermano, evidenziando la crescente importanza dell’AI nella catena di fornitura globale.
Chi evitare
Non tutte le aree della regione sono viste allo stesso modo. Pidcock e Konrad non investono in Cina continentale, citando i rischi legati al sistema politico ed economico del Paese, che rende difficile tradurre la crescita economica in utili aziendali. “Vediamo notevoli rischi geopolitici, tra cui l’eventualità di ulteriori dazi”, spiegano. Inoltre, la Cina deve affrontare problemi demografici significativi, che potrebbero ostacolare la sua crescita a lungo termine.
Anche la Corea del Sud ha sollevato preoccupazioni nei gestori, soprattutto a seguito di recenti eventi politici, tra cui un incidente aereo e l’imposizione di una legge marziale. “Non amiamo l’instabilità politica”, dichiarano. Nonostante le potenzialità del Paese, questi sviluppi hanno spinto i gestori a diventare più cauti nei confronti della Corea del Sud.
In sintesi
Secondo Jason Pidcock e Sam Konrad, i mercati asiatici offrono un ampio ventaglio di opportunità, ma solo un’attenta analisi delle dinamiche macroeconomiche e geopolitiche consente di fare scelte informate. L’Australia, l’India, Singapore e Taiwan emergono come i Paesi più promettenti, mentre la Cina e la Corea del Sud necessitano di un’attenzione particolare per via dei rischi geopolitici e politici. Il loro approccio *top-down* combinato con un’analisi *stock picking* ha permesso loro di navigare in queste acque complesse, cercando di massimizzare le opportunità e minimizzare i rischi.