Criptovalute, Bitcoin: le ragioni della flessione e le prospettive future

Negli ultimi giorni, il prezzo del Bitcoin ha vissuto una flessione significativa, scivolando sotto la soglia dei 80.000 dollari per poi risalire leggermente, attestandosi attualmente intorno agli 82.586 dollari (dato aggiornato al 13 marzo 2025). La discesa è stata influenzata da una serie di fattori, tra cui le preoccupazioni per possibili dazi commerciali da parte degli Stati Uniti e il timore di un rallentamento economico globale, che ha spinto molti investitori a spostare i loro capitali da asset rischiosi come le criptovalute.

Tuttavia, una delle principali cause di questa discesa sembra essere legata all’annuncio del governo statunitense riguardo alla creazione di una riserva strategica di Bitcoin. La notizia, pur avendo un valore simbolico storico, non ha soddisfatto le aspettative degli investitori, contribuendo a un clima di incertezza.

Matthew Hougan, Chief Investment Officer di Bitwise, ha commentato questa situazione in modo dettagliato, analizzando le ragioni dietro il calo e le prospettive per il futuro di Bitcoin. Secondo Hougan, “la scorsa settimana, il governo degli Stati Uniti ha istituito una riserva strategica di criptovalute. Nonostante la portata storica della dichiarazione, negli ultimi giorni il prezzo di Bitcoin è sceso bruscamente: Bitcoin ha perso il 13% rispetto al picco di giovedì 6 marzo, quando si trovava sopra quota 92.000 dollari, scendendo lunedì sotto gli 80.000 dollari e toccando così il livello più basso da novembre 2024.”

Tra le ragioni del calo, Hougan identifica anche l’incertezza generale che sta attraversando i mercati azionari e l’economia globale, ma non esita a sottolineare che una parte della discesa è legata proprio alla reazione degli investitori alla decisione del governo statunitense di non acquistare Bitcoin freschi per la riserva, ma di avvalersi invece di quelli già in possesso. “Gli investitori in criptovalute sono infatti rimasti delusi della scelta del governo federale di non acquistare immediatamente nuovi Bitcoin, optando per un finanziamento iniziale della riserva con asset già in loro possesso.”

Tuttavia, secondo Hougan, questa reazione del mercato potrebbe essere eccessivamente negativa. “Si tratta di una delusione di mercato assurda per svariati motivi”, afferma l’esperto, “considerato che la sola scelta del governo di non vendere le sue attuali partecipazioni è da considerarsi già un’enorme vittoria”. Attualmente, infatti, gli Stati Uniti possiedono circa 200.000 Bitcoin, per un valore di circa 16 miliardi di dollari, e sotto l’amministrazione precedente gran parte di questi Bitcoin era destinata alla vendita.

Inoltre, Hougan ritiene che il mercato stia sottovalutando la possibilità che il governo degli Stati Uniti possa iniziare ad acquistare ulteriori Bitcoin in futuro, aggiungendo che “gli investitori di lungo periodo si stanno concentrando sulla domanda sbagliata, in quanto l’unica domanda che conta oggi su Bitcoin è: ‘Bitcoin diventerà un asset macro globale di importanza strategica?’”.

Secondo Hougan, la risposta a questa domanda sembra essere positiva. La creazione della riserva strategica di Bitcoin da parte degli Stati Uniti, a suo avviso, segna un passo significativo nel processo di legittimazione della criptovaluta a livello globale. “Guardandola da questa prospettiva, la creazione della riserva strategica annunciata dagli Stati Uniti è un enorme passo avanti perché il governo di una superpotenza sta mandando un segnale al mondo intero, dicendo ‘Bitcoin conta’”, conclude l’analista.

In sintesi, nonostante la recente flessione dei prezzi, Matthew Hougan ritiene che Bitcoin stia ancora percorrendo un cammino positivo, con il sostegno di eventi politici significativi e un crescente riconoscimento del suo ruolo nel panorama economico globale. Gli investitori, dunque, dovrebbero guardare al futuro con ottimismo, considerando l’importanza strategica che Bitcoin sta acquisendo nel mondo delle risorse macroeconomiche.

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