Il panorama economico globale sta attraversando una fase di grande incertezza, con il mercato che cerca di orientarsi tra segnali contrastanti provenienti da Stati Uniti ed Europa. Le preoccupazioni per un possibile rallentamento dell’economia statunitense e i crescenti rischi di recessione hanno spinto gli investitori a rivedere le proprie aspettative sulla politica monetaria della Fed. In particolare, il mercato prevede ora tre riduzioni dei tassi da parte della Fed nel corso dell’anno. Tuttavia, secondo Mauro Valle, Head of Fixed Income di Generali AM, la situazione resta complessa. Valle sottolinea: “Considerata l’elevata incertezza, manteniamo una posizione neutra sui Treasury“, indicando una prudenza dettata da un contesto volatile.
Nel frattempo, una serie di fattori stanno influenzando anche l’andamento dei titoli di Stato europei. Recentemente, l’annuncio di massicci interventi fiscali da parte della Germania ha avuto un impatto diretto sui rendimenti dei bund, che sono saliti dal 2,5% al 2,9%. Valle analizza l’evoluzione di questa dinamica, sottolineando che il piano fiscale tedesco, che prevede una spesa annuale pari all’1,5% del PIL (circa 60 miliardi di euro) per la difesa e un investimento complessivo di 500 miliardi di euro per le infrastrutture nei prossimi dieci anni, potrebbe stimolare la crescita economica. Tuttavia, la spesa maggiore comporterà anche un aumento del deficit e del rapporto debito/PIL.
“Il mercato ha riprezzato questo storico cambio di paradigma da parte della Germania”, afferma Valle, che evidenzia come, nonostante l’aumento del debito, la Germania sembri avere la capacità di sostenere questi stimoli fiscali senza compromettere il suo status di Paese AAA. La maggiore incertezza riguarda la politica protezionistica degli Stati Uniti, che potrebbe influenzare i mercati europei, con possibili dazi sull’Europa che potrebbero influire sulla crescita e sull’inflazione.
Un altro elemento da monitorare è la politica monetaria della Bce. Dopo il recente taglio di 25 punti base dei tassi ufficiali, che li ha portati al 2,5%, il futuro dei tassi rimane incerto. Valle osserva che “la Bce è data dependent, considerato l’elevato livello di incertezza”. La presidente Christine Lagarde ha ribadito che la politica monetaria dipenderà dai dati economici, ma con il tasso reale tedesco ai massimi degli ultimi dieci anni, la strada per ulteriori manovre è tutt’altro che chiara.
Sul fronte dei titoli di Stato periferici, come quelli italiani e francesi, la visione di Valle rimane positiva. Nonostante l’aumento dei tassi bund, gli spread dei titoli francesi e italiani sono rimasti stabili, grazie anche agli effetti positivi dello stimolo fiscale tedesco sulla crescita di questi paesi. Valle conclude: “La view positiva sui titoli periferici per adesso viene confermata”, pur ammettendo che è difficile prevedere se i tassi dei bund, vicini al 3%, rappresentino un’opportunità di acquisto o una posizione difensiva.
In sintesi, l’analisi di Valle riflette un panorama finanziario in evoluzione, dove la volatilità e l’incertezza dominano, ma dove la crescita stimolata da politiche fiscali espansive in Europa potrebbe rappresentare una chiave per orientarsi nei mercati obbligazionari.