“Dopo trent’anni da dipendente bancario, posso affermare con certezza che diventare consulente finanziario libero professionista, nel 2017, è stata la scelta più difficile – e, al tempo stesso, la più gratificante – della mia carriera”. Parola di Alessandro Fatichi, district manager di Bnl Bnp Paribas Life Banker, che con un lungo articolo condiviso sui social e sul suo blog ha parlato di questo argomento.
“La reticenza che ho provato inizialmente è la stessa che molti colleghi vivono ogni giorno. Comprendere e superare questa resistenza non è solo fondamentale per crescere professionalmente, ma è anche un modo per riscoprire la propria vocazione e dare nuovo significato al proprio lavoro.
Perché tanta resistenza?
Nel contesto bancario italiano attuale, dove le trasformazioni tecnologiche e normative stanno ridisegnando il ruolo del consulente, molti professionisti si trovano a un bivio.
I dipendenti bancari possiedono competenze tecniche, esperienza relazionale e una profonda conoscenza del cliente. Eppure, quando si tratta di lasciare il “posto fisso” per avviare una carriera autonoma, emerge un blocco culturale e psicologico molto radicato.
Le principali cause di questa resistenza:
- Sicurezza economica: stipendio fisso, benefit aziendali, protezione sociale. Tutto questo rassicura.
- Struttura e supporto: la banca offre un’organizzazione solida, con obiettivi e processi definiti.
- Timore dell’incertezza: diventare libero professionista significa accettare il rischio e la responsabilità imprenditoriale.
- Gestione della clientela: senza l’appoggio della banca, molti temono di non riuscire a mantenere o acquisire clienti. In questo contesto, diventa fondamentale la rete di consulenza che si sceglie.
- Percezione sociale: il ruolo di dipendente bancario è sempre stato associato a stabilità e prestigio.
Cambiare prospettiva: da freno a opportunità
Questi stessi fattori, se riletti in chiave diversa, possono diventare leve di crescita.
- Autonomia e libertà: puoi scegliere orari, clienti, strategie. Sei tu il motore del tuo business.
- Crescita economica: un modello meritocratico premia il valore generato, non l’anzianità.
- Soddisfazione personale: lavorare senza vincoli burocratici e offrire soluzioni su misura è altamente gratificante.
- Imprenditorialità guidata: oggi le migliori reti offrono strumenti, formazione e supporto operativo per accompagnare la transizione.
- Posizionamento professionale: il consulente finanziario è visto come un professionista di fiducia, non più un semplice “venditore di prodotti bancari”.
La mia esperienza: dal timore alla realizzazione
Anche per me la paura era reale: l’incertezza, i dubbi sul futuro della mia famiglia e sulla fidelizzazione della clientela. Ma con il giusto supporto, una formazione mirata e un approccio graduale, ho trasformato le mie competenze in valore concreto per i clienti e in un motore di crescita per me stesso.
Oggi posso gestire il mio tempo, scegliere e dedicarmi a ciò che conta davvero: costruire relazioni durature, guidando i clienti verso i loro obiettivi finanziari.
Una scelta consapevole, un investimento su di sé
Passare dalla sicurezza alla libertà non è per tutti. Ma per chi ha spirito imprenditoriale e desidera esprimere appieno il proprio potenziale, è un percorso che ripaga. Non si tratta solo di cambiare status, ma di vivere una vera evoluzione personale e professionale.
Due strade, una scelta: sicurezza o opportunità? La libera professione non è un salto nel buio, ma un passo verso un futuro costruito su misura per chi ha il coraggio di cambiare”.