Il prezzo dell’oro ha infranto nuovi record. “L’oro continua a sfidare la gravità“, avverte Rhona O’Connell, Head of Market Analysis di StoneX Bullion. Tuttavia, in termini reali, il metallo prezioso rimane ancora al di sotto dell’11% rispetto al massimo intraday attualizzato del 21 gennaio 1980, che corrisponderebbe oggi a 3.486 dollari.
L’ascesa dell’oro è sostenuta da fattori geopolitici, dall’incertezza economica e dalle tensioni commerciali globali. Gli investitori osservano con attenzione il cosiddetto “Liberation Day” del 2 aprile, evento che potrebbe influenzare il mercato. “L’oro è ancora in ipercomprato e sta testando l’estremità superiore della sua fascia di tendenza più ripida”, ha osservato O’Connell, sottolineando come il mercato si trovi attualmente in una chiara fase di avversione al rischio.
Il mercato globale: domanda, trend e prospettive
La domanda d’oro in Asia sta rallentando, mentre in Nord America l’interesse per monete e lingotti resta stabile e in Europa è in crescita.
Anche l’argento ha registrato un picco oltre i 34 dollari prima di subire una correzione, scendendo a 33,5 dollari. “Il rapporto tra oro e argento continua ad ampliarsi, poiché i problemi economici che sostengono l’oro penalizzano l’argento”, ha affermato O’Connell.
A incidere sull’andamento dell’oro sono anche le politiche commerciali degli Stati Uniti. Il futuro dei dazi e degli aiuti economici potrebbe influenzare significativamente il mercato. “Tutto ruota intorno alla giornata dei dazi, agli aiuti, alle intenzioni di fondo e alla fattibilità dell’attuazione di qualsiasi proposta”, ha spiegato O’Connell. L’incertezza sulle politiche statunitensi potrebbe portare a una reazione impulsiva da parte del mercato, mentre nel lungo termine resta aperto il dibattito sul potenziale di crescita del metallo giallo.
ETF e scorte
Gli ETF sull’oro hanno mostrato segni di ripresa: in Nord America, dopo un periodo di vendite nette a dicembre e gennaio, si è registrato un acquisto netto di 72 tonnellate a febbraio, pari a un investimento di 6,8 miliardi di dollari. Nel corso di marzo, i flussi globali sono proseguiti con 72 tonnellate di acquisti netti, un segnale di rinnovata fiducia. “I flussi in Asia proseguono e ci sono margini per aumenti enormi in quest’area geografica”, ha commentato O’Connell.
Parallelamente, le scorte d’oro nei magazzini del Chicago Mercantile Exchange continuano ad aumentare, sebbene il ritmo di crescita sia rallentato. La copertura Open Interest si è stabilizzata tra l’80 e l’83%. “Il 10 dicembre è il momento in cui il materiale ha iniziato ad arrivare a New York, poiché i risk manager hanno iniziato a preoccuparsi della minaccia dei dazi”, ha spiegato O’Connell.
Le prospettive future per oro e argento
A breve termine, gli analisti prevedono una possibile correzione dell’oro e l’argento rimane vulnerabile. Secondo i dati della Commodity Futures Trading Commission, il calo dell’oro a metà marzo è stato accompagnato da prese di profitto sui long e da un aumento degli short, con un movimento da 3.001 a 3.057 dollari, seguito da una discesa a 3.022 dollari. L’argento, invece, è passato da 34,1 a 32,7 dollari, per poi risalire a 33,6 dollari.
Nel lungo termine, l’oro gode di un forte supporto, ma il margine di crescita potrebbe essere limitato. “I fondamentali a lungo termine dell’argento rimangono costruttivi, ma l’avversione del Presidente Trump per l’energia verde rappresenta una sorta di ostacolo”, ha sottolineato O’Connell.
L’incertezza economica e geopolitica resta il principale driver dell’oro, che continua a rappresentare un bene rifugio per gli investitori. Tuttavia, la sua corsa al rialzo sarà sostenibile nel tempo? La risposta dipenderà dalle prossime mosse sui mercati globali e dalle scelte politiche delle grandi potenze economiche.