Dazi: ecco quali saranno i titoli più resilienti secondo Tcw

L’annuncio dei nuovi dazi commerciali da parte del presidente Trump, reso pubblico lo scorso 2 aprile, ha avuto l’effetto di un terremoto sui mercati finanziari internazionali. La misura, che prevede un’imposizione tariffaria estesa e più aggressiva del previsto, sta alimentando timori di recessione e gettando ombre sulle prospettive di crescita economica globale.

Michael Reilly, Chief Investment Officer di Equities Group e Director of Equity Research presso TCW, ha commentato con fermezza le implicazioni del provvedimento: “I nuovi dazi statunitensi stanno sconvolgendo i mercati globali, aumentando le preoccupazioni per la recessione e riducendo le aspettative di profitti aziendali.”

Le nuove tariffe, che includono un dazio del 10% su tutte le importazioni e imposte ancora più elevate su specifici partner commerciali, potrebbero far salire l’aliquota media ponderata sulle importazioni statunitensi dal 2,5% di fine 2024 a un preoccupante 24%: un livello che non si vedeva da un secolo. I paesi colpiti includono anche storici alleati strategici: l’Europa dovrà affrontare dazi del 20%, il Giappone del 24%, mentre le merci provenienti dalla Cina saranno soggette a una tariffa del 104%.

Secondo Reilly, “gli economisti stimano che il Pil statunitense potrebbe subire un calo compreso tra l’1,5% e il 2,0%, aumentando il rischio di recessione.” Un quadro che sta già influenzando le scelte di molte imprese americane, ora costrette a rivedere rapidamente le proprie strategie produttive e commerciali.

Prospettive incerte, mercati sotto pressione

Le ripercussioni sull’equilibrio macroeconomico sono tangibili. La volatilità dei mercati, già alta a inizio anno, si è ulteriormente accentuata. “Anche se è stato reso noto il piano di dazi degli Stati Uniti,” osserva Reilly, “l’incertezza rimane poiché le risposte dei paesi destinatari continuano ad evolversi.” In questo contesto, il mercato azionario rischia di registrare ulteriori revisioni al ribasso delle stime sugli utili, alimentando un clima di instabilità.

Tuttavia, potrebbero profilarsi contromisure. Secondo Reilly, “le prospettive di crescita economica più deboli potrebbero fornire un rinnovato senso di urgenza per ulteriori tagli dei tassi di interesse da parte della Fed,” oltre a spingere il Congresso verso nuovi interventi fiscali. Un elemento di stabilizzazione potrebbe inoltre venire dall’aumento della produzione di greggio deciso da OPEC+, che potrebbe alleggerire la pressione sui prezzi dell’energia.

Le aziende resilienti e i megatrend

Nonostante lo scenario turbolento, Reilly invita a non perdere di vista le fondamenta del mercato. “Riteniamo che le aziende che sono ben posizionate per rimanere resilienti e superare un ciclo di rallentamento economico siano quelle con potere di determinazione dei prezzi, bassi livelli di indebitamento e la capacità di generare un consistente flusso di cassa libero”. In particolare, egli segnala i settori esposti ai megatrend secolari – come l’intelligenza artificiale, la transizione energetica e il reshoring – come aree di possibile tenuta e crescita.

Pur ammettendo che “il potenziale di una recessione è aumentato a causa di questi annunci aggressivi sui dazi,” Reilly esprime fiducia nella selezione attiva e consapevole degli investimenti. “Questo sell-off di mercato sottolinea anche il valore della gestione attiva che fornisce un’approfondita ricerca bottom-up per identificare le società con pricing power, un mercato potenziale in crescita, leadership comprovata e utili previsti in forte crescita”.

In sintesi

In un momento in cui l’incertezza economica torna a dominare il panorama globale, il messaggio di Reilly è chiaro: serve un’attenta analisi dei fondamentali aziendali, una strategia d’investimento mirata e una visione a lungo termine che sappia andare oltre le turbolenze contingenti. La strada della resilienza passa anche – e soprattutto – per la capacità di riconoscere e investire nei trend destinati a plasmare il futuro.

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