Small e mid cap Usa nel nuovo ordine tariffario

In un contesto globale segnato dall’incertezza tariffaria e dalla volatilità dei mercati, gli occhi degli investitori si stanno sempre più posando sulle small e mid cap statunitensi. A sostenerlo è Mark Sherlock, Head of US Equities di Federated Hermes, che in un’analisi recente ha delineato un quadro di cauto ottimismo per questo segmento di mercato.

“La recente decisione dell’ex presidente Trump di annunciare una pausa di 90 giorni su tutti i dazi reciproci ha contribuito ad allentare le tensioni e a ridurre temporaneamente la volatilità”, ha dichiarato Sherlock. “Prevediamo che la situazione si stabilizzerà ulteriormente man mano che si concretizzerà una comprensione più chiara del contesto politico a lungo termine”.

Nonostante il clima di incertezza, Sherlock sottolinea come le società a bassa e media capitalizzazione possano essere meno esposte ai rischi legati ai dazi internazionali. “Le small e mid cap statunitensi sono in qualche modo isolate dalle tariffe imposte dagli Stati Uniti grazie al proprio orientamento nazionale. I ricavi di queste società sono incentrati per il 70-80% sugli Stati Uniti, rispetto al 50% delle big cap”, ha spiegato. Una caratteristica che potrebbe trasformarsi in un vantaggio competitivo in caso di riallineamento della catena di approvvigionamento globale: “Le small e mid cap USA rappresentano la spina dorsale economica degli Stati Uniti”, ha aggiunto Sherlock.

Non manca, tuttavia, un riferimento alle attuali turbolenze dei mercati. Sherlock ricorda come la volatilità sia un fattore fisiologico, specie per questo segmento. “Dal lancio dell’indice Russell 2500 nel 2004, abbiamo registrato cali medi infra-annuali del 17,8% (mediana 12,9%)”, osserva. Ma ciò che conta, secondo lui, è la tendenza di fondo: “I rendimenti annuali sono stati positivi in 16 degli ultimi 21 anni”.

A dispetto delle fluttuazioni, Sherlock si dice fiducioso nella resilienza del mercato interno statunitense e nelle prospettive di crescita delle small e mid cap nel medio termine. “In qualità di gestori attivi, stiamo già vedendo emergere opportunità in questo segmento che beneficiano di valutazioni ragionevoli e di una dislocazione dei prezzi guidata dalla volatilità”, conclude.

Un messaggio chiaro, quello di Mark Sherlock: in un mondo che cambia, le piccole e medie imprese americane potrebbero rappresentare una solida ancora di stabilità e crescita per gli investitori.

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