Nel contesto di un mercato sempre più incerto e caratterizzato da forti turbolenze geopolitiche e commerciali, Mark Haefele, Chief Investment Officer di UBS Global Wealth Management, offre una chiara strategia per affrontare l’attuale scenario economico e finanziario. Secondo Haefele, “vediamo le azioni statunitensi ancora come attraenti” e ritiene che le recenti tensioni tariffarie abbiano ridotto alcuni dei rischi economici più estremi.
#### Tre motivi per puntare ancora sugli Usa
Ubs GWM ha recentemente aggiornato la valutazione delle azioni statunitensi a *attractive* per tre motivi principali: la riduzione del rischio sistemico dopo l’annuncio da parte di Donald Trump di una “pausa di 90 giorni” sui dazi, la probabilità di miglioramento del flusso di notizie economiche e le prospettive storicamente favorevoli dopo periodi di alta volatilità. “Crediamo che la disponibilità dimostrata dall’amministrazione Trump a modificare la sua posizione in risposta alla turbolenza dei mercati indichi una certa sensibilità allo stress del mercato”, spiega Haefele, sottolineando la possibilità dell’esistenza di una sorta di “Trump put”.
La storia insegna: dopo la volatilità arriva il rendimento
I dati storici supportano l’ottimismo. “Dal 1990, nei 12 mesi successivi a livelli elevati dell’indice VIX, l’S&P 500 ha offerto in media un rendimento del 30%, con il 95% di probabilità di guadagno”, osserva Haefele. Dopo il rally dell’S&P 500 del 9 aprile – il più ampio dal 2008 – il team di UBS ricorda che, in precedenti casi simili, i ritorni annuali sono stati sempre positivi, variando tra il 10% e il 63%.
Strategie per affrontare la volatilità
Per gli investitori che desiderano approfittare delle opportunità di mercato senza esporsi eccessivamente al rischio, Haefele propone due strategie principali: la strategia di ingresso graduale (phasing-in) e le strategie di preservazione del capitale. La prima prevede investimenti scaglionati nel tempo, storicamente più efficaci rispetto al mantenimento di liquidità, soprattutto dopo cali di mercato. La seconda unisce obbligazioni zero-coupon e opzioni call, offrendo esposizione al rialzo limitando al contempo le perdite.
Oro, obbligazioni e hedge fund: diversificazione è la parola d’ordine
Non solo azioni. “Crediamo che il prezzo dell’oro continuerà a essere ben supportato”, afferma Haefele, puntando a una quotazione di 3.200 per oncia, spinto dall’incertezza geopolitica e dalla prospettiva di tagli ai tassi da parte della Fed. Anche i titoli di Stato Usa a dieci anni, con un rendimento attuale del 4,42%, sono ritenuti interessanti in ottica di diversificazione. Infine, i fondi hedge vengono consigliati per la loro capacità di adattarsi dinamicamente ai cambiamenti macroeconomici.
Gli scenari possibili
Nel report di Ubs GWM vengono delineati tre scenari principali:
Base case (50%): S&P 500 a 5.800, crescita lenta ma positiva grazie a nuovi accordi commerciali e tagli dei tassi.
Scenario negativo (30%): S&P 500 a 4.500 con recessione tecnica USA se le tensioni tariffarie non si risolvono.
Scenario positivo (20%): S&P 500 a 6.500, nel caso di accordi commerciali rapidi e crescita superiore alle attese.
Come conclude Haefele, “gli investitori dovrebbero rimanere consapevoli che i mercati azionari potrebbero salire in modo molto significativo se gli accordi commerciali verranno raggiunti più rapidamente e in modo più completo del previsto”.