Dopo una breve pausa nel quarto trimestre del 2024, il bull market delle obbligazioni è tornato a farsi sentire nei primi mesi del 2025. Lo afferma Robert Tipp, Chief Investment Strategist e Head of Global Bonds di PGIM Fixed Income, che in un’analisi approfondita sottolinea come “le obbligazioni siano in una posizione di gran lunga migliore rispetto alle azioni e alla liquidità per resistere, o addirittura beneficiare, di importanti correnti discendenti del mercato“.
Tipp ricorda che la visione positiva sul mercato obbligazionario risale alla fine del 2022, con un focus particolare sui settori a più alto rendimento. Tuttavia, il contesto resta complesso: “Permangono rischi evidenti dato il contesto di investimento in rapida evoluzione”, osserva l’esperto, aggiungendo che l’inizio del secondo trimestre potrebbe coincidere con “uno dei periodi più tesi della presidenza Trump”, durante il quale la volatilità dei mercati potrebbe trasformarsi tanto in rischio quanto in opportunità.
Crescita moderata e banche centrali accomodanti
A livello macroeconomico, secondo Tipp, la combinazione tra crescita moderata e politiche monetarie più flessibili rappresenta un elemento chiave. “Ci aspettiamo che il contesto politico altamente volatile contribuisca a un’ulteriore moderazione di quello che era già un contesto di crescita graduale”, spiega. Questa tendenza, afferma, “dovrebbe sostenere la tendenza preesistente delle banche centrali a tagliare i tassi e ad attenuare i rischi di ribasso”, rendendo “ancora più remota la possibilità di rialzi dei tassi, nonostante il potenziale aumento dell’inflazione dovuto ai dazi”.
Tre fattori che sostengono i rendimenti
Nelle sue previsioni, Tipp individua tre fattori principali che potrebbero continuare a sostenere i rendimenti obbligazionari:
- Liquidità in eccesso: “Gli investitori potrebbero essere inondati di liquidità e sottoesposti alle obbligazioni”, afferma Tipp, ricordando i livelli record raggiunti dai fondi monetari.
Cambio di preferenze negli investimenti: Con i tassi guida ormai oltre il picco, molti investitori potrebbero “spostarsi sempre più dagli investimenti a breve termine alle obbligazioni, bloccando i rendimenti a lungo termine”.
- Stabilità degli spread creditizia: Anche in presenza di volatilità, “gli spread creditizi potrebbero rimanere entro un certo intervallo”, con fondamentali solidi a sostenere una modesta sovraperformance del credito nel lungo termine.
Opportunità nella volatilità
Nonostante l’incremento della volatilità geopolitica e il continuo rischio di instabilità nei mercati, Tipp mantiene una visione ottimistica sul reddito fisso. “La combinazione di rendimenti assoluti elevati e banche centrali accomodanti crea un ambiente in cui le obbligazioni a lungo termine dovrebbero sovraperformare la liquidità nel lungo periodo”, afferma. Inoltre, la crescita economica moderata continuerà a sostenere “sufficientemente i fondamentali del credito”, favorendo una costante ricerca di rendimento da parte degli investitori.
Secondo Tipp, tutto ciò contribuirà a mantenere “una curva dei rendimenti relativamente piatta” e consentirà agli spread di restare “nel quartile inferiore dei loro intervalli storici”. Il risultato? Un contesto favorevole per “guadagnare rendimenti – e forse anche qualcosa in più – in questo lento bull market”.
In sintesi
Guardando al futuro, Tipp prevede che il reddito fisso continuerà ad attrarre flussi di capitale grazie a un contesto economico moderato e ai rischi di ribasso ancora presenti. “Dagli attuali livelli di rendimento, le obbligazioni – in particolare quelle dei settori a rendimento più elevato – dovrebbero generare ritorni rispettabili”, concludendo che la volatilità intermittente rappresenta “un’opportunità per aggiungere valore attraverso una gestione attiva”.
In un mondo in cui la stabilità sembra sempre più un miraggio, l’universo obbligazionario – secondo Robert Tipp – potrebbe rivelarsi l’ancora di sicurezza per molti portafogli.