Una delle peggiori settimane di volatilità sui mercati azionari si è chiusa lo scorso week-end con la migliore notizia che il nostro Paese potesse ricevere, ossia un miglioramento del rating da parte dell’agenzia Standard & Poor, cosa che non avveniva da oltre 30 anni, dove il nostro rating si è via, via ridotto per l’alto debito pubblico fino ad arrivare al gradino più basso dell’investment grade, livello per il quale si segna un confine netto. Infatti, molti grandi fondi internazionali hanno nel loro statuto l’impossibilità di mantenere nei portafogli titoli al di sotto dell’investment grade. Si capisce pertanto il timore più volte espresso in passato dai vari governi e dal Mef, che il rischio di un downgrade sotto quel livello potesse generare grossi problemi a livello di spread ed un potenziale sell-off dei titoli da parte di molti fondi; con sfumature diverse un film comunque visto nei mesi finali del 2011 quando i nostri rendimenti salirono di oltre 500 punti di spread rispetto al Bund tedesco decennale.
Momenti di gloria quindi per il governo in carica, laddove appena insediato nel 2022 si era trovato di fronte ad un rischioso autunno di pagelle, dove alcuni analisti avevano indicato la possibilità di un downgrade sotto la soglia dell’investment grade. Scampato quel pericolo è stato fatto un ottimo lavoro di acquisizione di fiducia per i nostri Btp sui mercati internazionali, lo spread contro Bund è risceso ad una media di circa 110 punti con il rendimento del nostro decennale oggi in area 3,7%.
Le nuove emissioni governative sotto la lente
Questa settimana c’è stato il primo banco di prova per il mercato sovrano italiano dopo la promozione del rating da parte di S&P di venerdì scorso. Il collocamento sindacato per l’emissione del nuovo BTp a sette anni, scadenza 15 luglio 2032, e del nuovo BTp€i a 30 anni, scadenza 15 maggio 2056, ha attirato complessivamente ordini per oltre 103 miliardi di euro. Il Tesoro ha offerto in tutto 11 miliardi, suddivisi tra otto miliardi per il bond con cedola fissa e tre miliardi per quello indicizzato all’inflazione dell’Eurozona. Nel dettaglio, il collocamento del BTp luglio 2032 ha ottenuto un premio di 13 punti base sulla scadenza di novembre 2031, attuale benchmark a sette anni. Pertanto, il bond offre il 3,281% lordo e staccherà cedola annua del 3,25% con data di godimento del 25 aprile 2025. Il prezzo di aggiudicazione è stato di 99,974. Isin IT0005647265. Gli ordini sono stati pari a 50 miliardi, più di sei volte l’importo offerto. Per quanto riguarda il BTp€i maggio 2056 gli ordini sono stati superiori a 53 miliardi, quasi 18 volte l’offerta. Il rendimento è stato di 36 punti sopra quello del BTp€i maggio 2051. Dunque, esso sarà del 2,601% annuale e la cedola reale è stata fissata al 2,55% con data di godimento del 15 novembre 2024 e un prezzo di aggiudicazione di 99,268. Isin IT0005647273. Per entrambi i bond la data di regolamento sarà il prossimo 25 aprile e il lotto minimo di negoziazione è di mille euro con multipli di mille. Il collocamento del Btp dual tranche è andato bene, anche se non ha segnato alcun record. All’inizio dell’anno, il Tesoro aveva ricevuto ordini per 269 miliardi per il nuovo Btp a dieci anni e il nuovo BTp Green a 20 anni e l’offerta era stata allora di 18 miliardi.
Questo evento ha messo in secondo piano la riunione della Bce che ha, come previsto, tagliato i tassi per la settima volta nel giro di un anno nel tentativo di infondere nuova linfa all’economia della zona euro, colpita dai dazi Usa.
Nella conferenza successiva, la presidente Lagarde non ha fornito altri indizi sul futuro percorso dei tassi ed ha ribadito che l’incertezza è troppo alta e che sarà necessario procedere in base all’andamento dei dati. Grande attenzione da parte della Banca Centrale anche il valore dell’euro, che si è notevolmente apprezzato in un contesto di forte volatilità.
Un commento che ha influenzato il trend dei mercati è arrivato anche dall’altra parte dell’oceano, dove il governatore della Fed Powell, intervenuto mercoledi all’Economic Club di Chicago, ha chiarito che l’istituto centrale Usa aspetterà altri dati per decifrare lo stato dell’economia prima di modificare i tassi d’interesse. Powell ha poi ribadito che la Fed potrebbe dover affrontare uno scenario di inflazione in rialzo e crescita debole. I listini Usa, già in calo prima dell’intervento di Powell, hanno ampliato le perdite successivamente. In calo i rendimenti dei Treasury con gli investitori concentrati sulle prospettive di un rallentamento della crescita. Si è trattato del primo intervento del presidente Fed dopo che Trump ha annunciato la pausa di 90 giorni per alcuni dazi.
Sempre limitata l’offerta di nuovi titoli sul mercato per il rischio di alta volatilità, restano fissi i collocamenti via asta dei governativi a cui si è aggiunta in Germania la German Federal State of Mecklenburg-Western Pomerania ha collocato un’obbligazione con scadenza decennale, il 17 aprile 2035 e ammontare 500 milioni di euro. Prime indicazioni in area +45 punti base sopra il tasso midswap, abbassate a +44 punti a fine collocamento, con ordini che hanno totalizzato 2,15 miliardi di euro. Nel dettaglio: cedola annua lorda 3%, prezzo 99,71, rendimento 3,034%, Isin DE000A4DFGX2, lotto minimo mille euro con multipli di mille e rating Aaa.
Il comparto che soffre maggiormente la volatilità è quello corporate dove le emissioni restano scarse, la Caffil (Caisse Francaise de Dianancement Local) ha quotato un covered bond a dieci anni. Solida la domanda, l’emittente ha iniziato il collocamento offrendo un rendimento di 77 punti base sopra il tasso midswap per arrivare a fine collocamento a un rendimento di +71,6 punti base sotto il livello di partenza. L’obbligazione covered ha raccolto ordini per circa 2,1 miliardi di euro. L’obbligazione covered offre una cedola annua lorda del 3,25%, ammontare emesso 1 miliardo di euro, scadenza 17 aprile 2035, rating Aaa.
Un altro emittente francese, Crh (Caisse de Refinancement de l’Habitat) ha collocato un covered bond a otto anni per 750 milioni di euro. Prime indicazioni di rendimento in area +64 punti base sopra il tasso midswap, abbassate a +62 punti base a fine collocamento, con ordini che hanno superato 1 miliardo di euro. L’obbligazione verrà rimborsata alla pari alla scadenza fissata il 25 aprile 2033. Cedola annua lorda del 3% e rating Aaa.
Le nuove emissioni corporate sotto i riflettori
Senior unsecured è l’emissione di General Mills, società americana nel settore alimentare con rating Baa2/BBB, ha emesso 750 milioni di euro con scadenza 2032 e cedola del 3,6%. Il prezzo d’emissione è stato a 99,672 con ottima performance sul grey market successivo oltre quota 100. Isin XS3046429711 e taglio minimo da 100mila euro con multipli di mille.
UniCredit ha emesso due nuove obbligazioni destinate al retail ed entrambe con cedola mista, il taglio minimo è stato fissato a 1.000 euro. Le due obbligazioni differiscono tra loro per durata e caratteristiche di fissazione della cedola variabile. Per il resto presentano una struttura quasi identica. L’emissione è stata in tutte e due i casi al prezzo di 100 e tale prezzo sarà tenuto fisso fino a lunedì 28 aprile. Le cedole saranno sempre pagate con cadenza annuale. La negoziazione è già possibile sul MOT ed EuroTlx di Borsa italiana. Nel dettaglio, la prima obbligazione (Fixed to Floater, codice Isin IT0005645111) con cedola mista e scadenza 10 aprile 2038, cioè 13 anni, pagherà un tasso fisso del 7% per i primi tre anni, successivamente il tasso diventa variabile e pari all’Euribor a tre mesi vigente due giorni antecedenti l’inizio del periodo cedolare. In ogni caso, viene fissato un floor allo 0% e un cap al 7%. Il secondo bond con cedola mista ha scadenza in data 10 aprile 2035 (Isin IT0005645129). In questo caso, il tasso fisso è solamente per il primo anno e pari al 4,75%. A partire dal secondo anno, il tasso diventa variabile e pari all’Euribor a tre mesi più uno spread dell’1,40%. Previsto un floor allo 0% e un cap al 4,75%. Il rendimento medio lordo sarà compreso tra un minimo dello 0,475% (0,3515%) e un massimo del 4,75% (3,515%).
Doppio deal in dollari della Colombia che gode di un rating appena sotto l’investment grade, perso a causa del periodo del covid. Il primo titolo con scadenza 2030 è stato emesso per 1,9 miliardi con cedola del 7,375% Isin US195325ER27 taglio minimo da 200mila dollari con multipli di mille con prezzo d’emissione a 99,487 che è salito sopra 100 negli scambi di grey market. La cedola sale all’8,5% per la scadenza 2035, stesso taglio minimo e size d’emissione, il prezzo è stato fissato a 98,356 e ha ben performato con livelli in area 99,3, Isin US195325ES00.
Sul fronte emergente c’è stato un ottimo recupero dei titoli dell’Argentina che avevano perso qualche figura dopo la volatilità dei dazi. Insieme alla chiusura della negoziazione con il Fondo Monetario Internazionale, da cui riceverà 15 miliardi di dollari nel corso del 2025, sono passate alcune riforme richieste dallo stesso Fmi, pertanto la banca centrale argentina ha dichiarato che abbandonerà il tasso di cambio fisso e lascerà che il peso fluttui entro fasce di oscillazione.
A cura di Carlo Aloisio, senior bond broker