Nel mese di aprile, i mercati finanziari globali sono stati scossi da un’ondata di volatilità innescata dall’annuncio del cosiddetto “Liberation Day” da parte del presidente Trump. Le reazioni sono state immediate e profonde, con gli indici azionari in caduta, il VIX – noto anche come “indice della paura” – schizzato ai massimi degli ultimi dieci anni (escludendo le fasi acute della pandemia da Covid-19), e una generale instabilità che ha colpito anche i mercati valutari e obbligazionari.
Eppure, in mezzo a questa tempesta, un’asset class si è distinta per la sua relativa tenuta: le obbligazioni corporate. In particolare, i titoli convertibili contingenti (CoCo) Additional Tier 1 (AT1) si sono mostrati resilienti. Come spiega Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM, “gli spread creditizi sui CoCo AT1 si sono ampliati da 313 a 420 punti base il 9 aprile, per poi chiudere il mese a 360 pb, un livello che rimane vicino ai minimi storici”.
Secondo Miginiac, il movimento dei mercati è stato inizialmente molto negativo, ma ha trovato una parziale stabilizzazione dopo che l’amministrazione statunitense ha annunciato una sospensione di 90 giorni sull’introduzione dei nuovi dazi. Questo “ha portato a una correzione ordinata e di breve durata sul mercato del credito”, afferma l’esperto, sottolineando come tale fase abbia rappresentato anche un’opportunità: “Abbiamo potuto aggiungere piccole quantità di CoCo AT1 a rendimenti molto interessanti, compresi tra l’8% e il 9%”.
Nonostante il miglioramento di breve termine, Miginiac resta prudente sull’outlook generale. “Riteniamo che la volatilità rimarrà elevata, soprattutto per via della possibilità che i dati macroeconomici inizino a deteriorarsi. Pertanto, è ancora necessaria una certa cautela”, afferma.
Uno degli elementi chiave monitorati dal team di GAM è il cosiddetto “rischio di estensione”, ovvero la quota di CoCo AT1 trattata come perpetua o con opzione call. “Questa percentuale è aumentata nel corso del mese e attualmente si attesta intorno al 35-40%. In condizioni di mercato sfavorevoli può arrivare fino al 100%, mentre in fasi di mercato molto positive tende ad avvicinarsi allo 0%”, spiega Miginiac. Proprio questo indicatore ha fornito un “leggero incentivo ad aumentare l’esposizione ai CoCo AT1”, sebbene – precisa – “i titoli Tier 2 e senior del settore finanziario continuino a offrire un valore maggiore, anche se inferiore rispetto a un mese fa”.
Il quadro fondamentale resta comunque solido. I risultati del primo trimestre, infatti, sono stati confortanti. “Le trimestrali sono rimaste estremamente robuste, superando in media le aspettative di consenso, mentre i parametri di credito si confermano solidi”, osserva Miginiac. A titolo d’esempio, Barclays ha registrato “un rendimento del capitale tangibile (ROTE) del 14% rispetto alla previsione dell’11% e un coefficiente CET1 in aumento di 30 punti base”.
In sintesi, pur in un contesto di incertezza e volatilità, i CoCo AT1 si confermano un’opzione interessante per gli investitori alla ricerca di rendimento, ma è necessaria un’accurata gestione del rischio, in un ambiente in continua evoluzione.