Le turbolenze sui mercati non frenano i rendimenti dei mercati emergenti

Malgrado le sfide affrontate nel corso dell’anno, l’EMD (Emerging Market Debt) ha mantenuto rendimenti generalmente positivi, superando anche i bond dei mercati sviluppati più rischiosi, come quelli ad alto rendimento statunitense. La domanda principale diventa ora se questa resilienza sia temporanea o possa invece essere sostenuta nel tempo.

Il debito emergente in valuta locale ha dimostrato di essere in buona parte indipendente dalla forza del dollaro statunitense e dall’incertezza delle politiche commerciali, grazie a fattori ciclici e strutturali come il declino dell’eccezionalismo statunitense e possibili cambiamenti nello status del dollaro come valuta di riserva mondiale. Ma nonostante le opportunità attuali, permangono alcuni rischi, soprattutto legati alle tariffe e ai cambiamenti politici, avverte Witold Bahrke, senior macro and allocation strategist di Global Evolution (parte di Generali Investments), che consiglia “di adottare una strategia di sottopeso sui Paesi emergenti asiatici più vulnerabili a tariffe più elevate“.

Bahrke sottolinea inoltre che saranno gli sviluppi politici, più che i dati economici, a influenzare i mercati in futuro.

“Anche se si prevede un aumento dell’incertezza geopolitica, le prospettive per l’EMD rimangono positive. Ci sono opportunità per gli investitori di beneficiare di valutazioni più favorevoli e della resilienza di alcuni segmenti di mercato”, sostiene Bahrke.

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