In un mondo finanziario sempre più segnato da incertezze geopolitiche e tensioni commerciali, la nuova edizione dell’UBS Global Family Office Report evidenzia come la guerra commerciale globale sia percepita come il rischio principale dagli investitori più facoltosi del pianeta: i family office.
Secondo l’indagine condotta da UBS su 317 family office in oltre 30 mercati mondiali, con un patrimonio netto medio di 2,7 miliardi di dollari e asset gestiti pari a 1,1 miliardi, il 70% degli intervistati identifica proprio le dispute commerciali internazionali come la minaccia più pressante per il 2025. A seguire, il timore di un conflitto geopolitico su larga scala (52%) e di un’inflazione persistente.
Strategia difensiva in un mondo volatile
In risposta alle turbolenze dei mercati – che si sono acuiti dopo il crollo dell’aprile scorso – i family office adottano un approccio sempre più prudente. L’asset allocation è orientata verso il Nord America e l’Europa occidentale, privilegiando investimenti in azioni e obbligazioni dei mercati sviluppati. Cresce inoltre l’interesse per strumenti difensivi come hedge fund, metalli preziosi e gestione attiva.
Benjamin Cavalli, Head of Strategic Clients di UBS Global Wealth Management, sottolinea: “I family office restano fedeli a una visione di lungo termine, volta alla conservazione del patrimonio e alla sua trasmissione intergenerazionale, pur riconoscendo i rischi di uno scenario globale instabile.”
Cresce il peso dei mercati sviluppati, calano i private equity
Nel 2024 le allocazioni azionarie nei mercati sviluppati sono salite al 26%, con previsioni di ulteriore incremento al 29% nel 2025. In controtendenza, gli investimenti nel **private equity** sono in leggera flessione (dal 21% al 18% previsto), frenati dalla debolezza delle exit e dal costo del capitale più elevato.
L’attenzione si concentra su asset liquidi legati a trend secolari come intelligenza artificiale, longevità e transizione energetica. Al contrario, i mercati emergenti restano marginali, penalizzati da instabilità politica, rischio di default e svalutazione delle valute. Tuttavia, cresce l’interesse per **India e Cina** nei prossimi dodici mesi.
Diversificazione e gestione attiva: le nuove parole d’ordine
Alla difficoltà di trovare strategie di protezione efficaci (38%) si aggiunge l’incertezza sulla solidità degli asset rifugio (29%). In questo contesto, il 40% degli intervistati punta su gestione attiva e selezione dei gestori, mentre gli hedge fund attirano l’interesse del 31%. I metalli preziosi guadagnano terreno (+21% di previsioni di incremento), diventando un’opzione sempre più considerata.
Italia: prudenza e focus sulla stabilità
Giovanni Ronca, Head of UBS GWM in Italia, osserva come anche i family office italiani riflettano le tendenze globali: “In un contesto incerto, la priorità resta la preservazione e crescita del patrimonio, attraverso asset class tradizionali e una diversificazione robusta, in particolare nei mercati sviluppati”.
Passaggio generazionale: sfida aperta
Nonostante la portata del trasferimento di ricchezza in corso, solo il 53% dei family office ha già un piano di successione. I motivi? Dal rinvio da parte dei beneficiari (29%) alla mancanza di decisioni condivise (21%). Quando presenti, le principali sfide sono l’efficienza fiscale (64%) e la preparazione della nuova generazione (43%).
Analisi regionale: forte concentrazione in Nord America
A livello geografico, Nord America e Europa occidentale raccolgono circa l’80% del patrimonio. Gli Stati Uniti guidano in termini di esposizione a investimenti alternativi (54%), mentre in Svizzera si segnala una preferenza per l’Europa occidentale e una forte incidenza della gestione attiva (68% nei portafogli equity). In Asia settentrionale e sud-est asiatico, i family office puntano ancora su asset tradizionali, ma con una maggiore apertura verso la Cina.
Il Global Family Office Report 2025 conferma la crescente complessità dell’ambiente macroeconomico e geopolitico. In questo scenario, i family office si confermano attori resilienti, orientati alla difesa del patrimonio e all’innovazione strategica, con lo sguardo rivolto a lungo termine.