Nel mondo delle criptovalute, la liquidità non è un semplice effetto dell’andamento dei prezzi o del sentiment, ma un segnale primario da cui partire per comprendere lo stato di salute del mercato. A sostenerlo è Dovile Silenskyte, Director, Digital Assets Research di WisdomTree, secondo cui “la liquidità non è l’eco, ma il segnale”.
Un contesto in rapida evoluzione
Con la crescente adozione istituzionale, le criptovalute si stanno strutturando come un ecosistema maturo, sebbene ancora profondamente diverso dai mercati finanziari tradizionali. “Le dinamiche di liquidità delle criptovalute sono spesso più nette, più trasparenti e probabilmente più prevedibili”, afferma Silenskyte, sottolineando come esse possano offrire segnali precoci sull’ingresso o l’uscita di capitali.
Due sono i parametri principali che definiscono la qualità della liquidità:
- Profondità del mercato, ovvero quanto capitale serve per muovere il prezzo.
- Costo di esecuzione, che include slippage e spread denaro-lettera, particolarmente rilevanti nelle operazioni su larga scala.
Bitcoin guida la classifica della liquidità
Un’analisi condotta da Kaiko Research per il primo trimestre 2025 evidenzia come Bitcoin sia nettamente in testa per tutti i parametri di liquidità: profondità a diversi livelli, volume e qualità dell’esecuzione. Tuttavia, Silenskyte osserva che “più quotazioni su piattaforme regolamentate e spread più ridotti potrebbero migliorare ulteriormente l’accessibilità e l’efficienza del mercato”.
Crisi e ripresa: il ruolo della liquidità
Un esempio lampante del ruolo predittivo della liquidità è stato il crollo di FTX a fine 2022. “La profondità spot sui principali exchange è scesa di oltre il 50%, toccando livelli che non si vedevano dal 2018”, ricorda Silenskyte, sottolineando come si trattasse non solo di una conseguenza del calo dei prezzi, ma di un chiaro campanello d’allarme sulla fiducia degli investitori.
Il quadro si è trasformato nel 2024 con il lancio degli ETP su bitcoin negli Stati Uniti. Questi strumenti non hanno solo favorito afflussi di capitale, ma anche migliorato in modo strutturale la qualità della liquidità: “Non si è trattato di un semplice test da parte delle istituzioni, ma di un significativo impiego di capitali”, evidenzia Silenskyte.
Gli ETP come infrastruttura di mercato
Gli exchange-traded product su criptovalute non sono solo strumenti d’investimento. Sono veri e propri pilastri dell’ecosistema. “Ogni afflusso in un ETP si traduce direttamente in flussi sul mercato sottostante”, spiega Silenskyte. Questo comporta una maggiore profondità dei book, spread più ristretti e minore attrito operativo.
In questo contesto, la liquidità assume un valore analitico: mostra in tempo reale dove si dirige il capitale, quali exchange godono della fiducia degli operatori e segnala i movimenti risk-on/risk-off attraverso metriche come il differenziale di liquidità tra Ether e Bitcoin.
Liquidità come termometro del rischio
L’approccio suggerito da WisdomTree è chiaro: leggere la liquidità come si leggerebbe un barometro. Secondo Silenskyte, “differenziali più stretti sugli exchange? Il rischio di esecuzione è in calo. Migliore liquidità nei token più piccoli? La propensione al rischio è tornata”.
In altri termini, la liquidità è una previsione in tempo reale delle intenzioni degli investitori. Una bussola per chi opera in mercati caratterizzati da alta volatilità e rapidi cambi di direzione.
In sintesi
Nel settore cripto, la liquidità non è solo un parametro tecnico, ma un elemento strategico. Come conclude Silenskyte: “Per gli investitori e i gestori attivi, i parametri di liquidità dovrebbero essere una priorità assoluta nella valutazione delle condizioni di mercato e nella definizione delle strategie”.
In un mondo in cui le tempeste possono arrivare all’improvviso, la liquidità può essere la prima nuvola all’orizzonte — o il primo raggio di sole.