Dazi: la battaglia legale che agita i mercati. La view di Ubs GWM

Una recente sentenza della Corte del Commercio Internazionale statunitense ha messo in discussione la legittimità giuridica delle tariffe imposte unilateralmente dall’amministrazione Trump in base all’International Emergency Economic Powers Act del 1977. La corte ha stabilito che questa normativa non conferisce al presidente il potere di introdurre da solo simili misure. Tuttavia, un tribunale federale d’appello ha temporaneamente sospeso l’applicazione della decisione, lasciando le tariffe attuali ancora in vigore.

“Questa sentenza rappresenta un ostacolo alla strategia commerciale dell’amministrazione e ne limiterà l’uso dei dazi, a meno che non ottenga successo nell’appello”, ha dichiarato Mark Haefele, Chief Investment Officer di Ubs Global Wealth Management.

Tariffe strategiche ancora in piedi

La pronuncia della corte non coinvolge le tariffe su auto, componenti auto, acciaio e alluminio, imposte invece secondo la Sezione 232 del Trade Expansion Act del 1962. Secondo Haefele, queste misure “potrebbero risultare più durevoli e con meno eccezioni, poiché focalizzate su settori strategici e sostenute da un impianto giuridico più solido”.

L’amministrazione Trump potrebbe comunque ricorrere ad altri strumenti normativi, come le Sezioni 201, 301 e 122 del Trade Act del 1974, per mantenere in vita la sua agenda protezionista, anche se ciò richiederebbe processi investigativi più lunghi e settorialmente limitati.

Le implicazioni per i mercati finanziari

La battaglia legale in corso aggiunge ulteriore incertezza ai mercati. “Riteniamo che la decisione della corte renda più complessa l’imposizione di dazi e potrebbe indebolire la posizione negoziale di Washington nei colloqui commerciali”, ha affermato Haefele.

Nel frattempo, gli investitori dovranno fare i conti con una volatilità crescente. Ubs GWM prevede ancora una crescita dell’S&P 500 fino a 6.000 punti entro la fine del 2025, con un ulteriore aumento a 6.400 entro metà 2026, ma sottolinea che “i guadagni a breve termine saranno probabilmente più limitati”.

Strategie consigliate agli investitori

Ubs GWM suggerisce un approccio prudente ma costruttivo per affrontare l’incertezza:

  • Graduale esposizione azionaria: “Gli investitori dovrebbero sfruttare i prossimi mesi per colmare eventuali lacune strategiche nel portafoglio e prepararsi a ulteriori guadagni nel 2026 e oltre”, ha consigliato Haefele, indicando l’innovazione nell’intelligenza artificiale come motore chiave per la crescita a lungo termine.
  • Ricerca di reddito durevole: UBS favorisce obbligazioni di alta qualità e investment grade, ritenendole “interessanti dal punto di vista rischio-rendimento”, soprattutto in un contesto di tagli ai tassi d’interesse.
  • Diversificazione valutaria: Dopo il recente rafforzamento del dollaro, UBS ha rivisto il proprio giudizio sulla valuta americana a “Non attraente”. Haefele consiglia di “ridurre l’esposizione eccessiva al dollaro diversificando in valute come yen, euro, sterlina e dollaro australiano”.
  • Gestione dei rischi politici: In un contesto globale instabile, “l’oro rimane un valido strumento di diversificazione a lungo termine”, ha osservato Haefele, ribadendo il target di prezzo di 3.500 dollari per oncia.

Una crescita più debole, ma ancora resiliente

Secondo UBS, la contrazione del PIL statunitense nel primo trimestre del 2025 (-0,2%) e l’aumento delle richieste di sussidi di disoccupazione non segnalano ancora una vera inversione ciclica. “Prevediamo un rallentamento della crescita al 1,5% nel 2025, rispetto al 2,8% del 2024”, ha affermato Haefele, sottolineando però che l’equilibrio tra inflazione in calo e mercato del lavoro solido potrebbe consentire alla Fed di iniziare a tagliare i tassi da settembre.

 

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