Il settore del lusso continua a navigare acque turbolente, tra nuove tariffe doganali, consumatori più selettivi e mercati in evoluzione. Secondo Flavio Cereda, Investment Director Luxury Brands di GAM, il 2024 si presenta come un anno di sfide ma anche di selettive opportunità. GAM ha rivisto al ribasso le sue previsioni di crescita per l’anno fiscale, passando da un +3-4% a un più cauto +1-2%. “Il problema non sono i dazi in sé, ma il possibile impatto sulla fascia di consumatori statunitensi”, afferma Cereda. “Nel settore del lusso, è soprattutto una questione di qualità dei consumatori e momentum del marchio”.
Stati Uniti: segnali misti ma titoli solidi
Negli Stati Uniti, i principali titoli del portafoglio GAM — tra cui Amer Sports, Tapestry, Ralph Lauren e On Holding — stanno continuando a sovraperformare, nonostante il mercato sconti un rallentamento che però “non si è ancora concretizzato”.
Un caso emblematico è Viking Cruises, operatore crocieristico di fascia alta con l’80% della clientela proveniente dagli USA. L’azienda ha già venduto oltre il 90% delle cabine per il 2025 e il 40% per il 2026. “È una chiara prova che i facoltosi continuano a spendere come previsto”, commenta Cereda.
Tuttavia, il clima rimane incerto. “In un certo senso, stiamo tutti aspettando Godot, convinti che arriverà un rallentamento, ma potrebbe essere meno grave del previsto”, prosegue.
Alla luce della volatilità innescata dalle manovre tariffarie, GAM ha deciso di ridurre l’esposizione al mercato USA dal 40% al 34%. La crescita stimata per il cluster dei consumatori americani è ora del +2%, supportata da un +4-5% di crescita della spesa al di fuori degli Stati Uniti.
Cina: in cerca di segnali positivi
Il mercato cinese, pur non essendosi ancora ripreso, mostra segnali meno allarmanti. Le conversazioni con i brand e gli operatori di centri commerciali suggeriscono un possibile miglioramento nel secondo semestre. “Il problema è stato la fiducia dei consumatori, non la loro capacità di spesa”, spiega Cereda. “I consumatori cinesi rimangono una fascia benestante, con risparmi significativi. Il problema è quando e dove spenderanno”.
La domanda si sta spostando: alcuni marchi non risultano più attraenti, ma altri stanno performando bene. Tra questi, spiccano Miu Miu (gruppo Prada), Laopu Gold, Cucinelli e Moncler.
GAM prevede una crescita dello 0% per il cluster cinese, un miglioramento significativo rispetto al -5% del 2023. “Riteniamo che ci possa essere un potenziale di rialzo”, aggiunge Cereda.
Europa: stabilità interna, ma traino turistico
Il consumatore europeo dovrebbe registrare una spesa stabile o leggermente negativa nel 2024. Tuttavia, l’Europa potrebbe beneficiare del turismo internazionale, con una spesa stimata in crescita del 3-5%. “Il differenziale di prezzo rimane un fattore chiave: acquistando a Milano è possibile risparmiare il 30-35% rispetto a New York e oltre il 40% se i dazi rimangono in vigore”, osserva Cereda.
Dazi e dollaro: le vere preoccupazioni
L’inasprimento dei dazi statunitensi è stato al centro del dibattito. Tuttavia, per Cereda, l’impatto diretto è limitato: “L’ulteriore aumento del 10% proposto si applica al prezzo di trasferimento, non al prezzo al dettaglio. Ciò si traduce in un aumento del prezzo al dettaglio del 3-4%, che molti marchi stanno già applicando”.
La vera incognita è la fiducia dei consumatori e, ancora di più, il tasso di cambio: “Forse, ad essere onesti, un dollaro più debole è motivo di maggiore preoccupazione”.
Qualità e selettività come bussola
Nonostante la riduzione delle stime e l’elevata incertezza, GAM resta focalizzata su titoli di alta qualità e con buon momentum. “Deteniamo titoli di qualità con un buon momentum”, conclude Cereda, sottolineando l’importanza di un approccio selettivo in un mercato sempre più sfidante.