I mercati emergenti si trovano oggi in una fase cruciale della loro evoluzione economica, sospesi tra la pressione alla transizione sostenibile e le complessità strutturali che ne rallentano il cammino. In questo scenario, secondo Meera Patel, senior manager – Sustainable and Thematic Investments di GAM, si aprono ampi spazi per gli investitori attenti alla sostenibilità e alla qualità degli asset.
Il doppio imperativo: sostenibilità ambientale e governance
“I mercati emergenti stanno affrontando un imperativo di sostenibilità spinto da due fattori principali”, afferma Patel. “Il primo è l’aumento significativo delle emissioni di carbonio, soprattutto in Asia, dove Cina e India insieme rappresentano il 60% delle emissioni globali assolute”. Solo tra il 2022 e il 2023, le emissioni dei due paesi sono cresciute rispettivamente dell’8,2% e del 4,9%.
Il secondo elemento critico è la debolezza delle strutture di governance aziendale. “Una governance inadeguata continua a mettere a rischio il valore per gli azionisti”, sottolinea Patel, indicando che un rafforzamento in questo ambito è fondamentale per rendere i mercati emergenti più attrattivi e resilienti.
Dove si aprono le opportunità: demografia, tecnologia e inclusione
L’indice MSCI Emerging Markets, che comprende 24 paesi in diverse fasi di sviluppo, evidenzia un universo ricco di contrasti e potenzialità. “Questi paesi rappresentano il 54% della popolazione mondiale e hanno contribuito al 66% della crescita del PIL globale nell’ultimo decennio”, spiega Patel. “Con un’età media di 34 anni e una classe media in espansione, la domanda interna in settori come i servizi essenziali e l’inclusione finanziaria è destinata a crescere”.
Esempi concreti arrivano dalla Cina, dove piattaforme digitali per la consegna di beni di prima necessità e servizi di mobilità restano in forte espansione, sostenute dalla transizione verso tecnologie avanzate. In parallelo, lo sviluppo delle infrastrutture digitali alimenta la diffusione di soluzioni fintech nei contesti meno bancarizzati.
“In questo contesto, preferiamo società con una governance solida e con strumenti finanziari trasparenti, come i green bond o le obbligazioni sociali”, afferma Patel. La sostenibilità finanziaria è oggi anche una questione di rigore e chiarezza nell’uso dei capitali.
Qualità come criterio guida
Il concetto di “qualità” nei mercati emergenti si declina in diversi ambiti. “Parliamo di qualità del credito sovrano, della governance e della qualità dei dati, tutti aspetti in netto miglioramento”, dichiara Patel. Attualmente, otto dei primi dieci mercati emergenti hanno ottenuto il rating investment grade, rispetto ai quattro di quindici anni fa.
Anche il debito pubblico resta sotto controllo: “Il rapporto debito/PIL nei mercati emergenti è meno della metà di quello dei paesi sviluppati, permettendo politiche monetarie ortodosse per il contenimento dell’inflazione”. Tuttavia, la qualità dei dati ESG rimane irregolare, soprattutto tra le società a bassa capitalizzazione. Da qui l’importanza crescente degli standard internazionali promossi da organismi come ISSB e IFC, che stanno aiutando le imprese ad allinearsi alle aspettative globali in tema di rendicontazione.
La transizione energetica: una necessità e un’opportunità
I paesi emergenti sono anche in prima linea nel contrasto al cambiamento climatico. “Molti di questi paesi subiscono in modo sproporzionato gli effetti dei disastri ambientali, ma non dispongono di risorse adeguate per reagire”, osserva Patel.
La chiave per disaccoppiare crescita energetica ed emissioni risiede nella tecnologia, nei capitali e nel supporto politico. La Cina, in particolare, è al centro della trasformazione: “Domina le catene di approvvigionamento di pannelli solari, metalli per batterie e idrogeno verde”, afferma Patel, “e può guidare la transizione energetica non solo a livello nazionale, ma anche globale”. Nonostante i dazi statunitensi, resta forte la domanda di rinnovabili da parte degli altri partner commerciali.
Uno scenario promettente per gli investimenti sostenibili
“La partecipazione attiva delle economie emergenti è cruciale per il raggiungimento degli obiettivi climatici globali”, conclude Meera Patel. “Questo contesto offre agli investitori un’opportunità unica per ottenere rendimenti interessanti contribuendo al tempo stesso alla sostenibilità globale”.
I mercati emergenti sono dunque destinati a svolgere un ruolo di primo piano nella costruzione di un’economia più verde, inclusiva e tecnologicamente avanzata. Per gli investitori che sapranno coniugare attenzione ai rischi e lungimiranza strategica, la posta in gioco è alta.