Il cosiddetto “Liberation Day” di Trump ha avuto un impatto decisivo sui mercati globali. Come spiega Mark Munro, Investment Director Fixed Income di Aberdeen Investments “i piani tariffari annunciati da Trump si sono rivelati più drastici del previsto, causando un crollo delle Borse mondiali e un’impennata dei rendimenti dei Treasury USA a 10 anni, prossimi al 5%”. A peggiorare il quadro, la voce secondo cui Trump volesse licenziare il presidente della Fed, Jerome Powell, ha ulteriormente accresciuto la tensione.
Tuttavia, in seguito a un parziale dietrofront dell’amministrazione americana sui dazi e all’abbandono dell’ipotesi di un licenziamento di Powell, i mercati hanno ritrovato una certa stabilità. “I rendimenti si sono ricondotti verso livelli più sostenibili e lo spread nel mercato del credito ha probabilmente toccato il suo picco”, osserva Munro. Le valutazioni si stanno riportando verso la media del decennio, ma la volatilità resta un tema dominante.
Fed e Bce: sfide opposte, politiche divergenti
Munro sottolinea come “la Federal Reserve e la BCE si trovino di fronte a condizioni macroeconomiche molto diverse”. Negli Stati Uniti, l’inflazione è spinta da un doppio shock, sia della domanda sia dell’offerta. In Europa, invece, prevale uno shock della domanda, più facilmente gestibile tramite tagli dei tassi.
Secondo Munro, “una recessione americana, un tempo considerata remota, appare oggi possibile, con una probabilità del 45%”. Questo scenario potrebbe portare la Fed a un’azione più aggressiva o, al contrario, a una maggiore prudenza per evitare il disancoramento delle aspettative inflazionistiche. Intanto, l’indipendenza della Fed continua a essere oggetto di dubbi, aumentando l’incertezza.
In un contesto così instabile, Munro suggerisce che “l’esposizione verso obbligazioni a breve termine possa offrire una protezione utile contro l’incertezza dei tassi”.
Perché il credito a breve termine resta attraente
Uno dei punti chiave dell’analisi di Munro riguarda il credito a breve scadenza, che descrive come “uno strumento stabile e poco sensibile ai movimenti dei tassi”. In effetti, negli ultimi vent’anni, questo segmento ha registrato performance positive in 17 anni su 20, a fronte dei 14 su 20 dell’indice All-Maturities.
Questa regolarità rende le obbligazioni a breve scadenza particolarmente adatte in fasi di volatilità. “Il loro comportamento prevedibile le rende un’opzione interessante per chi cerca rendimento senza aumentare troppo il rischio”, sottolinea Munro.
Oltre la liquidità: una vera alternativa ai fondi monetari
Negli ultimi anni i fondi monetari sono stati una scelta privilegiata dagli investitori, grazie alla combinazione di liquidità e rendimenti. Tuttavia, Munro avverte: “Con una riduzione dei tassi più lenta del previsto, i rendimenti di questi fondi stanno già iniziando a calare e probabilmente continueranno a farlo”.
Per questo motivo, prevede un progressivo spostamento degli investitori verso strumenti con maggior potenziale di rendimento. La proposta di Aberdeen? “Una strategia a breve termine con regolamento T+1, capace di offrire rendimenti superiori pur mantenendo la flessibilità dei fondi monetari”.
Tre leve per rafforzare i portafogli a breve termine
Munro propone un approccio attivo e diversificato, capace di potenziare il rendimento del credito a breve senza aumentare in modo eccessivo il rischio. Le leve individuate sono:
1. “Includere obbligazioni investment-grade con rating più basso e una selezione mirata di titoli high-yield a breve scadenza”.
2. “Valorizzare la parte subordinata della struttura del capitale, sia per emittenti finanziari sia non finanziari”.
3. “Espandere l’orizzonte geografico verso mercati emergenti e asiatici con le migliori opportunità”.
Secondo Munro, questa strategia permette di costruire portafogli più solidi e performanti rispetto a quelli basati su indici passivi.
Affrontare l’incertezza con strategie flessibili
Guardando avanti, Munro avverte che “la volatilità resterà una costante, alimentata dall’incertezza delle politiche economiche della seconda amministrazione Trump e dalle traiettorie divergenti delle banche centrali”. In tale contesto, il credito a breve termine continua a rappresentare, secondo lui, “un’opzione solida per bilanciare rendimento e rischio”.
Il messaggio finale è chiaro: “Con una gestione attiva e una prospettiva globale, è ancora possibile individuare asset che offrono rendimenti competitivi rispetto alla liquidità, con rischi contenuti”.