Asset allocation: la view di Candriam in questa delicata fase di mercato

Di recente, come noto, sui mercati sono aumentate l’incertezza e le aspettative di inflazione, oltre a esser peggiorato il sentiment già negativo degli investitori.

“Adottando però una prospettiva a più lungo termine e con il mercato che ha già toccato i minimi – afferma Olivier Clapt, Head of Multi-Asset Quantitative Research di Candriamprevediamo che l’azionario globale possa raggiungere rendimenti attesi leggermente più elevati rispetto allo scorso autunno“.

Guardando al futuro, aggiunge Clapt “ci aspettiamo che i titoli azionari dei mercati sviluppati riportino un rendimento annualizzato del 6,9% nei prossimi cinque anni e per l’obbligazionario, sebbene il reddito fisso in Europa sia penalizzato da rendimenti iniziali più bassi, riteniamo che continuerà a offrire discrete prospettive di rendimento e che resterà fondamentale per la diversificazione del portafoglio. I rendimenti annuali attesi vanno dal 2,5% per i titoli di Stato UE al 6,5% per il debito dei mercati emergenti”.

In particolare, l’esperto di Candriam evidenzia la revisione al rialzo delle aspettative di rendimento per i titoli azionari dei mercati sviluppati, sulla spinta dei titoli USA che dovrebbero generare un rendimento annualizzato del 7% nei prossimi cinque anni. Una prospettiva – a detta di Clapt – supportata da solide (e leggermente migliorate) stime di crescita degli utili pari al 4,1%, insieme a minori pressioni sulle valutazioni, in quanto i prezzi sono scesi negli ultimi mesi.

Negli ultimi due anni, la maggior parte dei rendimenti si è concentrata in un gruppo selezionato di mega-cap statunitensi. Tuttavia, continua Clapt “ci aspettiamo che si espandano ad altri segmenti, riducendo così i rischi di concentrazione. La tecnologia rimane un tema di investimento chiave nel lungo termine, mentre gli investimenti nell’intelligenza artificiale sono ancora agli albori. Gli hyperscaler, ovvero grandi data center dotati di enormi risorse di elaborazione, continuano a effettuare ingenti investimenti, mentre l’offerta fatica a tenere il passo con la domanda crescente”.

Nei prossimi anni, resta da vedere se l’accesso all’intelligenza artificiale diventerà più democratizzato o continuerà a essere dominato dalle grandi aziende: “un’adozione più ampia dell’intelligenza artificiale consentirebbe alle aziende più piccole di integrarla nelle loro operazioni quotidiane, favorendo una maggiore efficienza in tutti i settori. Al di là del settore tecnologico, si prevede che questo cambiamento sosterrà la crescita degli utili negli anni a venire”, sostiene l’esperto di Candriam.

I mercati azionari europei, dal canto loro, potrebbero beneficiare degli sviluppi geopolitici legati al conflitto in Ucraina. Inoltre, le elezioni tedesche di febbraio e la fine della rigidità fiscale hanno migliorato il sentiment degli investitori nei confronti della regione.

“Nel medio-lungo termine, le prospettive per l’azionario Europa restano solide, con un rendimento previsto del 7,1%, sostenuto da un tasso di crescita degli utili del 3,8%. Per quanto riguarda i titoli di Stato, invece, prevediamo che i bond USA renderanno il 4% annuo nei prossimi cinque anni, trainati principalmente dal carry (3,83%),  e sulla scia di effetti di roll-down(0,17%) e di   valutazioni leggermente negative (-0,04%)”, afferma Clapt.

“Prevediamo che i titoli di Stato europei genereranno un ritorno del 2,5%, sostenuto dai rendimenti (2,28%), da modesti effetti di roll-down (0,12%) e da valutazioni allo 0,08%. Sebbene i titoli di Stato europei rendano meno delle loro controparti statunitensi, il ritorno di rendimenti positivi sui titoli di Stato segna tuttavia un cambiamento significativo rispetto al contesto di tassi bassi o addirittura negativi dell’ultimo decennio”.

“I mercati del credito restano interessanti – coclude Clapt – il credito investment grade (IG) statunitense genererà un rendimento del 4,6%, sostenuto da un carry più forte (5,14%) e da effetti roll-return positivi (0,37%). In particolare, stimiamo che che il credito IG europeo offrirà un rendimento inferiore, pari al 2,7%. Il credito high yield (HY) offre un potenziale di rendimento più elevato. Stimiamo che l’high yield statunitense raggiungerà il 6,1%, mentre quello europeo dovrebbe essere ben posizionato al 4,4%. Il debito in valuta forte dei mercati emergenti continua a mostrare un forte rendimento atteso del 6,5%, spinto da un carry più elevato (7,87%) nonostante un buffer di valutazione inferiore rispetto allo scorso autunno.

 

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