Forex: prosegue la ripresa dello yen tra divergenze macro e variabili geopolitiche

L’andamento dello yen giapponese nel 2025 sta riflettendo un insieme complesso di forze macroeconomiche e politiche. Claudio Wewel, Forex Strategist di J. Safra Sarasin, offre una lettura articolata delle dinamiche in corso, tra politica monetaria, rischio geopolitico e flussi di capitale.

Rialzo iniziale trainato da inflazione

L’anno si era aperto con segnali favorevoli per la valuta nipponica, in un contesto di graduale normalizzazione della politica monetaria giapponese. “L’aumento dell’inflazione interna e i forti aumenti salariali a seguito delle trattative salariali primaverili note come shunto hanno portato a un aumento delle aspettative sui tassi di interesse giapponesi”, spiega Wewel. Queste aspettative hanno spinto lo yen al rialzo durante i primi mesi dell’anno, sostenuto dall’ipotesi di un ciclo restrittivo più deciso da parte della Banca del Giappone (BoJ).

Dati macro deboli complicano il percorso della BoJ

Il sostegno allo yen, tuttavia, ha perso forza con l’emergere di dati macroeconomici deludenti. “Con un PIL interno in contrazione dello 0,2% su base trimestrale, la crescita del Giappone è stata sorprendentemente debole nel primo trimestre, trainata in gran parte dal rallentamento delle esportazioni”, sottolinea Wewel. Questo scenario di debolezza della domanda esterna sta ponendo ulteriori ostacoli al processo di normalizzazione monetaria avviato dalla BoJ dopo anni di politiche ultra-accomodanti.

Incertezza tariffaria e rischio politico interno

A questi fattori si sommano le pressioni derivanti dalle tensioni commerciali con gli Stati Uniti. “Le politiche tariffarie statunitensi hanno aggiunto ulteriore incertezza alle prospettive di crescita del Giappone, rendendo più difficile per la BoJ proseguire il suo percorso di inasprimento monetario quest’anno”, osserva Wewel. Il contesto politico interno giapponese, segnato dal calo dei consensi per il primo ministro Ishiba in vista delle elezioni parlamentari, accentua l’instabilità. “Anche i negoziati tariffari sono diventati un punto cruciale della politica interna”, evidenzia Wewel, con l’opposizione che accusa l’esecutivo di “debolezza di fronte alle prepotenze degli Stati Uniti”.

Il cambio come variabile negoziale

Non va escluso che il cambio dollaro-yen diventi uno strumento negoziale nelle trattative commerciali bilaterali. “Considerando le notizie secondo cui i rappresentanti del Tesoro statunitense e il viceministro delle finanze sudcoreano si sarebbero incontrati per discutere delle politiche valutarie, questa ipotesi non sembra troppo lontana dalla realtà e rappresenta un rischio al rialzo a breve termine per lo yen”, afferma Wewel.

Possibile rafforzamento tecnico a breve

Nonostante l’incertezza macro e politica, lo yen potrebbe beneficiare di alcuni driver tecnici. “Riconosciamo che le posizioni speculative nette sono elevate, ma riteniamo che tali livelli potrebbero aumentare ulteriormente con la ripresa del trend sell America“, sostiene Wewel. “Inoltre, vi è ampio margine per un’inversione di tendenza a breve termine del cambio dollaro/yen giapponese, che potrebbe diventare più ribassista rispetto ai livelli attuali”.

La curva dei rendimenti giapponesi come fattore di sostegno

Nel frattempo, la struttura della curva dei rendimenti domestici sta generando nuove dinamiche sui flussi di capitale. “I crescenti rischi di crescita hanno determinato un leggero calo delle aspettative sui tassi di riferimento giapponesi e dei rendimenti dei titoli di Stato a breve termine”, spiega Wewel. Tuttavia, “i rendimenti dei titoli di Stato giapponesi sono aumentati in modo sostanziale sulla parte più lunga della curva”, fenomeno che potrebbe incentivare un rimpatrio di capitali dagli Stati Uniti da parte degli investitori giapponesi, generando potenziale domanda per lo yen.

Rischio sovrano Usa: crepe nel ruolo del dollaro come safe haven

In un contesto più ampio, lo yen potrebbe progressivamente beneficiare di una crescente percezione di rischio sul debito sovrano statunitense. “Il mercato è diventato più preoccupato per la sostenibilità del debito statunitense dopo l’approvazione da parte del Comitato di bilancio del One Big Beautiful Bill Act del presidente Trump e il declassamento del rating creditizio degli Stati Uniti da parte di Moody’s“, osserva Wewel. Queste tensioni, secondo lo strategist, “dovrebbero conferire allo yen un vantaggio relativo, poiché le crepe nel dollaro come bene rifugio stanno diventando sempre più evidenti”.

 

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