Bond: ecco perchè è il momento per diversificare con i mercati emergenti

Negli ultimi anni, gli investitori internazionali hanno dimostrato una forte preferenza per i mercati statunitensi, ma oggi cresce l’interesse verso i mercati emergenti, sempre più competitivi e diversificati. Kristin Ceva, responsabile delle strategie Paesi Emergenti di Payden & Rygel, analizza il fenomeno e le opportunità che si stanno aprendo in questo comparto.

Un’eccessiva concentrazione sugli Stati Uniti

Secondo Ceva, il problema di fondo è l’iper-esposizione globale verso equity e bond americani, sproporzionata rispetto al reale peso economico degli Stati Uniti: “Negli ultimi anni abbiamo assistito a un’iper-esposizione degli investitori internazionali verso equity e bond statunitensi, con una netta sproporzione rispetto al ruolo che gli Stati Uniti rivestono nella produzione e nel commercio globali”.

In un contesto di crescente instabilità politica interna negli USA, questa concentrazione appare sempre meno strategica, aprendo la strada a nuove opportunità nei mercati emergenti.

Mercati emergenti: sottovalutati ma in crescita

Il debito emergente si presenta oggi come uno dei segmenti più sottovalutati dei mercati pubblici. Comprende titoli di Stato di circa 80 Paesi, con rendimenti attuali che oscillano tra il 7% e l’8%. Anche sul fronte societario, spiega Ceva, i fondi specializzati offrono “un’esposizione diversificata a oltre 50 Paesi e 800 emittenti dei più svariati settori”.

Inoltre, i fondi in valuta locale permettono agli investitori di beneficiare di interessanti opportunità di carry in circa 30 valute diverse. Negli ultimi trent’anni, aggiunge Ceva, “il reddito fisso emergente ha fatto enormi passi avanti in termini di aree geografiche ed emittenti coperti, di trasparenza delle comunicazioni e qualità delle informazioni disponibili, consentendo un’efficiente determinazione del prezzo del rischio”.

Crescita economica e solidità finanziaria

Le prospettive macroeconomiche dei mercati emergenti restano solide. “Mentre i mercati sviluppati sembrano arrancare a un ritmo del +1,5/2%, i Paesi emergenti sono attesi mettere a segno una crescita totale del 4% o più”, afferma Ceva.

Questa dinamica è sostenuta dalla normalizzazione dell’inflazione e da politiche monetarie più accomodanti da parte delle Banche Centrali dei Paesi emergenti. Inoltre, il miglioramento delle bilance dei pagamenti ha ridotto la dipendenza dal capitale estero, rendendo queste economie più resilienti rispetto agli shock esterni.

Le opportunità geografiche

Payden & Rygel individua opportunità interessanti in diverse aree geografiche. Nei mercati obbligazionari locali, Ceva cita “Brasile, Messico, Perù, Indonesia, Ungheria, Repubblica Ceca, Turchia, Sudafrica ed Egitto”. Sul fronte del credito sovrano, si segnalano “Argentina, Uzbekistan, Paraguay, Costa Rica, Guatemala, Sri Lanka, Messico, Ungheria, Ghana, Zambia, Marocco e Albania”.

Non mancano occasioni anche nel credito corporate, in particolare tra le società consumer in Brasile e Guatemala, le industriali e finanziarie in Messico, i servizi e telecomunicazioni in India, le finanziarie in Perù e le utility in Cile.

Rischi sotto controllo e strategie attive

La gestione attiva del rischio è un elemento centrale della strategia di Payden & Rygel. “Pur mantenendo un sovrappeso nel credito high yield, in particolare verso gli emittenti con rating ‘BB’, abbiamo recentemente ridotto il rischio in alcuni comparti, soprattutto quelli più esposti al petrolio”, spiega Ceva.

Allo stesso tempo, la società ha aumentato l’esposizione in obbligazioni in valuta locale e ampliato la componente valutaria rispetto al dollaro Usa. In uno scenario in cui la forza del dollaro potrebbe progressivamente ridursi, il debito emergente offre così una protezione aggiuntiva.

Un ruolo complementare per i portafogli globali

In conclusione, Kristin Ceva sottolinea come il debito emergente possa rappresentare “un ruolo complementare rispetto a quello societario statunitense, aggiungendo diversificazione e reddito incrementale”. Le obbligazioni EM denominate in dollari, nel tempo, hanno offerto rendimenti superiori rispetto a società americane con rating simile e, nell’attuale fase economica, gli investitori dovrebbero considerare anche le emissioni in valuta locale.

“Mentre i mercati sviluppati rimarranno una componente centrale dei portafogli, è fondamentale che gli investitori si aprano alle opportunità di crescita e di rendimento che offrono aree geografiche dinamiche e in evoluzione”, conclude Ceva.

 

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