Obbligazioni high yield Usa: resilienza e opportunità nell’era Trump

Con il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca, molti investitori hanno temuto un nuovo capitolo di tensioni commerciali e guerre dei dazi, pronti a fare i conti con un aumento della volatilità sui mercati globali. Eppure, il mercato dei bond high yield statunitense ha mostrato una sorprendente capacità di tenuta. A spiegarlo è Mike Graham, Head of US High Yield di AXA IM, che in un’analisi approfondita individua i fattori alla base di questa resilienza e le opportunità che ne derivano.

Una volatilità sorprendentemente bassa

“Nonostante l’incertezza dilagante, eravamo convinti che il mercato high yield statunitense partisse da una posizione di forza che gli avrebbe consentito di rimanere relativamente resiliente in caso di turbolenze”, spiega Graham. I numeri confermano questa visione: mentre lo S&P 500 e il Russell 2000 hanno registrato rispettivamente una volatilità annualizzata del 28,9% e del 30,3%, il mercato high yield si è mantenuto su un ben più contenuto 4,8% da inizio anno.

Una stabilità che si è confermata anche dopo la cosiddetta “crisi dei dazi” di aprile, quando le obbligazioni ad alto rendimento hanno mostrato minori oscillazioni rispetto ai mercati azionari, più esposti alle reazioni emotive degli investitori.

Impatti settoriali differenziati

Secondo Graham, gli effetti delle nuove politiche commerciali non sono stati uniformi. “C’è stata una netta differenziazione di rendimenti tra le società direttamente colpite dai dazi e quelle che non lo erano”, osserva. Settori come quello dei beni di consumo e il retail hanno visto un ampliamento degli spread e una maggiore volatilità, mentre l’energia, pur non essendo direttamente legata ai dazi, ha sofferto per l’annuncio di un aumento della produzione OPEC.

Nonostante le difficoltà, alcune società hanno continuato a registrare buoni risultati, in particolare quelle orientate al mercato interno o legate alla spesa per consumi discrezionali, come compagnie di crociera e casinò. Più critico, invece, lo scenario per produttori, fornitori di materiali da costruzione e imprese edili, che si trovavano già in un contesto sfidante prima dell’escalation commerciale.

La solidità dei fattori tecnici

Oltre ai fondamentali, il mercato high yield ha beneficiato anche di un contesto tecnico favorevole. “Nel periodo dal 2022 al 2024, in questo mercato si è registrato un eccesso di domanda per oltre 460 miliardi di dollari”, sottolinea Graham, evidenziando il forte supporto offerto dalla combinazione di flussi di reinvestimento dei redditi cedolari e liquidità accumulata.

Un altro elemento chiave è stato il rapporto tra rising star e fallen angel: negli ultimi tre anni i primi, ovvero gli emittenti che hanno visto un miglioramento del rating, hanno superato di gran lunga i secondi. Per il 2025, Graham prevede un equilibrio più bilanciato tra queste due categorie, con alcune grandi operazioni di mercato destinate a determinarne l’andamento complessivo.

Insolvenze sotto controllo (ma da monitorare)

Sul fronte dei default, l’analisi di AXA IM resta prudente ma non allarmistica. “Prevediamo che le insolvenze continueranno a oscillare tra l’1% e il 3%, determinate da fattori specifici”, spiega Graham, che invita però a non trascurare il rischio che le previsioni macroeconomiche top-down possano generare aspettative più pessimistiche sugli spread high yield.

Anche se alcune banche hanno rivisto al rialzo le stime sui default per quest’anno e il prossimo, AXA IM continua a privilegiare l’analisi bottom-up delle singole società, considerata più efficace per valutare il rischio di credito in questo scenario incerto.

Dove cercare rendimento oggi

Infine, Graham individua alcune aree del mercato high yield Usa che offrono opportunità interessanti per gli investitori in questa fase. “Finora, nel 2025, il segmento con rating BB ha registrato le performance migliori del mercato”, afferma, suggerendo che la fascia di maggior qualità potrebbe rappresentare una scelta prudente per chi cerca un buon compromesso tra rendimento e rischio.

Anche le obbligazioni a breve duration, grazie alla loro minore sensibilità ai tassi d’interesse, risultano appetibili per chi vuole mitigare il rischio di ribasso. Per gli investitori più dinamici, la recente debolezza dei mercati ha permesso di ruotare verso strategie ad alta convinzione, puntando su un total return più elevato in sostituzione o integrazione dell’esposizione azionaria.

“Nel contesto attuale, gli investitori cercano non solo rendimento, ma anche protezione”, conclude Graham. E il mercato high yield statunitense, almeno per ora, sembra offrire entrambi.

 

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