Btp: ok per il portafoglio, ma spazio anche ai bond AT1 e CLO di alta qualità

A cura di Mohammed Kazmi, Chief Strategist & Senior Portfolio Manager di Union Bancaire Privée (UBP)

Nonostante la recente volatilità osservata sulla parte lunga della curva dei rendimenti del Treasury USA, prevediamo che, in un periodo di significativo risk-off, le caratteristiche difensive e di bene rifugio del Treasury finiranno per prevalere, dato che rimane il mercato finanziario più ampio e liquido. Inoltre, sia la Fed che il Tesoro dispone di molteplici strumenti per sostenerlo in caso di necessità, come abbiamo osservato in passato. Per gli asset statunitensi in generale, prevediamo che questi livelli più elevati di rendimento attireranno afflussi nel tempo, dato che gli Stati Uniti rimangono un Paese che presenta un livello di crescita potenziale e produttività relativamente più elevato rispetto ad altri.

Dato che la Fed è in una fase di allentamento monetario e l’attenzione si concentra su quando, piuttosto che se, taglierà nuovamente i tassi, abbiamo iniziato il 2025 con l’intenzione di mantenere portafogli più equilibrati in termini di rischio di durata dei tassi d’interesse e rischio di credito. Di conseguenza, abbiamo ritenuto che la durata dei tassi d’interesse avrebbe fornito protezione ai portafogli nei momenti di stress e di ampliamento degli spread, e questo è ciò che abbiamo osservato finora dall’inizio dell’anno.

Consideriamo quindi l’aumento dei rendimenti dei titoli di Stato come un punto di ingresso per portafogli più equilibrati, con una crescita che quest’anno rallenterà fino a scendere al di sotto del potenziale. Sebbene l’acquisto sia destinato a risalire a causa dei dazi, segnaliamo che il trend sottostante è stato più promettente negli ultimi tempi e questo dovrebbe consentire alla Fed di mantenere il suo orientamento accomodante nel prossimo futuro.

Per quanto riguarda la BCE, nonostante la reazione hawkish dei mercati alla recente conferenza stampa, prevediamo un ulteriore allentamento monetario alla luce della debolezza della crescita sottostante e delle pressioni inflazionistiche. Sebbene i piani fiscali della Germania stimoleranno la crescita nel tempo, l’inasprimento delle condizioni finanziarie dovute al rafforzamento dell’euro e all’aumento dei rendimenti a lungo termine limiterà l’impulso alla crescita nel breve termine. Di conseguenza, riteniamo che al momento la durata tedesca e il rischio di spread dei paesi periferici per il carry presentino un valore potenziale all’interno di un portafoglio obbligazionario.

Guardando all’Italia, i rendimenti complessivi del 3,5% circa dei BTP a 10 anni e del 4,3% dei BTP a 30 anni appaiono interessanti dal punto di vista del carry, in un momento in cui la traiettoria del deficit di bilancio dell’Italia è stata chiaramente la migliore all’interno dell’Eurozona negli ultimi anni. Inoltre, anche se dovessimo assistere alle fasi di ampliamento degli spread dei BTP, ci aspettiamo che la BCE adotti una politica più accomodante in tale scenario, contribuendo a contenere una parte della volatilità dal punto di vista del rendimento totale.

Riteniamo che lo spazio per i titoli di Stato nei portafogli sia maggiore rispetto allo scorso anno, visto il polvere secca di cui dispone le banche centrali per allentare ulteriormente la politica monetaria. Detto questo, in un contesto caratterizzato da una crescita nominale elevata e da bilanci pubblici consistenti, riteniamo che i portafogli dovrebbero privilegiare maggiormente il rischio di credito rispetto al passato, concentrandosi in particolare sui segmenti del mercato che offrono redditi più elevati, quali le obbligazioni AT1, i CLO di alta qualità e le obbligazioni con rating BB. Questi segmenti del mercato offrono un rendimento significativamente superiore rispetto al credito investment grade tradizionale, senza esporsi al rischio di default, che è in gran parte limitato alle obbligazioni con rating B e CCC.

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