Asset allocation, tutti i rischi dell’economia globale

A cura di François Rimeu, Senior Strategist, Crédit Mutuel Asset Management

 

La situazione è rimasta costante rispetto al mese scorso. Le tensioni commerciali rimangono in primo piano, con nuovi annunci quasi quotidiani che riguardino la Cina, l’Europa, le materie prime o anche questioni legali. Per quanto riguarda quest’ultimo punto, la decisione della Corte del Commercio Internazionale di New York che ha stabilito che l’IEEPA (International Emergency Economic Power Act) invocata da Trump non gli permette di imporre tali sanzioni commerciali, non dovrebbe cambiare radicalmente la situazione: l’amministrazione Trump ha a disposizione altri strumenti per attuare la sua politica commerciale (sezioni 122, 232 o 338).

Sebbene l’incertezza sia destinata a persistere per tutta l’estate, al momento la vera domanda è se i mercati facciano bene a dare per scontata la recente fase di de-escalation. L’espressione ‘Trump Always Chickens Out’ (TACO) illustra bene il pensiero che prevale attualmente: in caso di turbolenze sui mercati e/o sull’economia, ci si aspetta che Trump cambi rapidamente rotta.

Concordiamo con questa visione, soprattutto considerando che il posizionamento degli investitori resta contenuto sull’azionario (in particolare sulle strategie sistematiche). Il forte rally delle ultime settimane ha colto di sorpresa una parte significativa degli investitori, il che potrebbe tradursi in flussi positivi verso gli asset rischiosi nelle prossime settimane. Finora questi flussi sono rimasti deboli.

Un altro elemento a sostegno di questa tesi è la tenuta complessiva dell’economia globale. Negli Stati Uniti, i rischi sembrano diminuire con un rimbalzo del sentiment e un mercato del lavoro ancora resiliente. Anche in Europa il quadro si conferma relativamente stabile, con la nuova speranza che gli stimoli fiscali annunciati in Germania possano produrre effetti positivi nel medio termine. Questa prospettiva potrebbe indurre i consumatori ad attingere ai risparmi accumulati nel periodo post-Covid. Lo stesso vale per la Cina, dove, pur senza interventi paragonabili a quelli del 2015 o del 2020, le autorità stanno continuando a fornire un sostegno graduale all’economia.

Un quadro economico positivo a fronte di rischi in aumento

 

Infine, va ricordato che il calo del dollaro e dei prezzi del petrolio sono potenti motori per l’economia globale nel medio termine. Gli ultimi dati rassicuranti sull’inflazione negli Stati Uniti possono addirittura far sperare che la Fed sia più reattiva del previsto in caso di criticità.

Sebbene questo scenario sia attualmente il preferito dal mercato, riteniamo che sottovaluti diversi rischi.

Il primo rischio riguarda le conseguenze della guerra commerciale, che finora sembrano inesistenti. Tuttavia, riteniamo che l’aumento dei dazi doganali avrà inevitabilmente un impatto, o sui prezzi o sui margini. A tal proposito, l’ultima rilevazione dei responsabili agli acquisti del settore manifatturiero è piuttosto indicativa.

Il secondo rischio riguarda i mercati obbligazionari, e in particolare le estremità più lunghe della curva dei rendimenti statunitense. Probabilmente la riforma fiscale attualmente in discussione al Senato aumenterà ulteriormente i deficit degli Stati Uniti, mentre finora i tagli alla spesa discrezionale sono stati praticamente inesistenti. Questa mancanza di disciplina fiscale accresce il rischio che i premi a termine continuino a salire e che i tassi a 30 anni superino il 5%, livello a cui si aggirano da diverse settimane. Riteniamo quindi ora plausibile una reazione impulsiva dei mercati obbligazionari a seguito di un’emissione fallita o di flussi negativi da parte degli investitori internazionali.

Attualmente manteniamo un rischio attivo limitato nei nostri portafogli a causa di uno scenario geopolitico fuori dal nostro controllo. Continuiamo a privilegiare gli asset obbligazionari europei, grazie alla sostanziale scomparsa del rischio inflattivo nell’eurozona, mentre l’oro continua a rappresentare l’asset di riferimento.

Azionario – La situazione economica è abbastanza resiliente e il posizionamento rimane relativamente debole. Tuttavia, riteniamo che la guerra dei dazi avrà ripercussioni negative.

Credito – Posizionamento complessivamente neutrale, con una continua preferenza per il settore finanziario

Tassi d’interesse – Manteniamo la nostra preferenza per le obbligazioni in euro e ribadiamo il nostro invito alla cautela sulle estremità lunghe della curva, in particolare negli Stati Uniti.

Outlook di giugno: Rimaniamo ampiamente vicini ai nostri indici in un mercato ancora dominato da notizie geopolitiche imprevedibili. Attenzione a due rischi estivi: dati di crescita deludenti legati alle conseguenze della guerra dei dazi e potenziali tensioni sui tassi a lungo termine.

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