L’attacco di Israele all’Iran infiamma il petrolio Wti. I target e gli Etc a Piazza Affari

Brusco rialzo per il petrolio dopo una serie di raid israeliani condotti nel cuore del territorio iraniano. L’escalation militare ha immediatamente fatto salire il timore di un conflitto più ampio e prolungato in una delle aree chiave per l’approvvigionamento globale di greggio, da cui proviene circa un terzo dell’intera produzione mondiale.

Il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, ha spiegato che gli attacchi mirano a colpire i centri di ricerca nucleare e le installazioni militari di Teheran, con l’obiettivo dichiarato di neutralizzare definitivamente la minaccia. L’Iran, per voce della Guida Suprema Ali Khamenei, ha già annunciato una dura reazione,

Le quotazioni del petrolio WTI, sono salite fino a 77,62 dollari per barile.

L’improvvisa impennata del prezzo del greggio ha di fatto cancellato i ribassi accumulati nei mesi scorsi, dovuti sia alle tensioni commerciali internazionali sia alla scelta dell’Opec+ di accelerare il ripristino della produzione. JP Morgan Chase ha indicato che, in caso di escalation massima in Medio Oriente, le quotazioni potrebbero spingersi fino a 130 dollari al barile.

Se l’offensiva dovesse estendersi agli impianti di estrazione e trasporto del petrolio iraniano, si stima che potrebbero andare persi fino a 1,7 milioni di barili al giorno. E Un calo simile potrebbe trasformare rapidamente l’attuale surplus in un deficit già nella seconda metà dell’anno.

I target tecnici al rialzo

Dal punto di vista tecnico, al rialzo, i prossimi potenziali obiettivi del petrolio Wti sono individuabili a quota 79,40 prima, 85 dollari poi e ancora eventualmente in area 87,50.

Il trend del petrolio Wti nel medio termine

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