Il credito finanziario europeo sta tornando sotto i riflettori degli investitori. Mentre l’economia dell’Eurozona mostra segnali di ripresa, pur in un quadro ancora fragile, il contesto di mercato sta evolvendo rapidamente, offrendo nuove opportunità, ma anche nuove sfide, soprattutto nel segmento del debito subordinato.
Inflazione in calo e politica monetaria più accomodante
Secondo Romain Miginiac, Head of Research per le strategie Credit Opportunities di GAM, “l’inflazione nell’Eurozona sta rallentando, a differenza degli Stati Uniti”. Questo rallentamento ha aperto la strada a possibili tagli dei tassi da parte della Banca Centrale Europea (BCE), creando un ambiente favorevole per i mercati del credito. Miginiac osserva inoltre che, parallelamente, “la politica fiscale sta diventando più espansiva, con governi come quello tedesco che stanno aumentando la spesa dopo anni di contenimento”.
Il fascino (e la complessità) degli AT1
In questo scenario, le obbligazioni Additional Tier 1 (AT1) stanno suscitando un crescente interesse. “Il debito subordinato, in particolare gli AT1, può offrire un interessante premio di rendimento”, spiega Miginiac. Attualmente, infatti, gli AT1 di emittenti come BNP Paribas offrono circa l’1-1,5% di rendimento extra rispetto alle obbligazioni Tier 2 o Senior.
Tuttavia, il rendimento più elevato è accompagnato da una volatilità altrettanto pronunciata. Miginiac ricorda che “durante il Covid-19 gli AT1 hanno perso circa il 30%, rispetto a un calo di circa il 10% per Tier 2 e obbligazioni Senior”. Questo evidenzia come, nonostante il potenziale di guadagno, il rischio legato a questi strumenti rimanga significativo.
Il rischio di estensione come indicatore chiave
Per valutare l’attrattività degli AT1, Miginiac indica un parametro fondamentale: il rischio di estensione. “Questo valuta la percentuale di AT1 prezzata a perpetuità, cioè che il mercato ritiene non verrà richiamata”, spiega. Se la percentuale è elevata, il potenziale di rialzo aumenta, perché il mercato sta scontando uno scenario molto pessimistico. “Storicamente, oltre il 95% degli AT1 è stato richiamato”, precisa Miginiac. Viceversa, quando la percentuale è bassa, il margine di rialzo risulta più contenuto.
L’obiettivo, secondo l’esperto, è “catturare la maggior parte del rialzo del mercato AT1, mitigando al contempo il rischio di ribasso attraverso un posizionamento dinamico”.
La selezione degli emittenti come chiave di successo
Data la natura rischiosa di questi strumenti, la selezione degli emittenti diventa cruciale. “Gli AT1 sono le obbligazioni più junior nella struttura del capitale. Elevata diversificazione e selezione disciplinata degli emittenti sono fondamentali”, sottolinea Miginiac. L’approccio seguito da GAM si concentra su emittenti di alta qualità, spesso banche sistemiche globali o campioni nazionali con rating AA o A, limitando l’esposizione alle banche periferiche. Inoltre, viene applicata una rigorosa diversificazione per ridurre l’esposizione a singoli emittenti e garantire una gestione del rischio disciplinata.
Una gestione attenta per navigare la volatilità
Gli AT1 rappresentano dunque un’opportunità per chi cerca rendimento in un contesto di tassi in discesa, ma richiedono un’attenta gestione. “Un fondo diversificato nel debito subordinato offre agli investitori la possibilità di cogliere i vantaggi del mercato AT1, mitigando i rischi attraverso un’allocazione attiva, una selezione rigorosa dei titoli e una diversificazione disciplinata”, conclude Miginiac. Un approccio che permette di affrontare eventuali dislocazioni del mercato, posizionandosi al tempo stesso per cogliere le opportunità offerte lungo l’intera struttura del capitale.