Le tensioni in Medio Oriente mettono alla prova l’attrattività del dollaro come bene rifugi

L’escalation del conflitto tra Israele e Iran ha agitato i mercati internazionali, spingendo gli investitori a rifugiarsi in asset considerati più sicuri. Nella notte, Israele ha lanciato una serie di attacchi aerei contro il programma nucleare e i siti di missili balistici iraniani, accendendo i timori di un ulteriore deterioramento della stabilità regionale.

Secondo Lee Hardman, senior currency analyst di MUFG Bank, “l’inasprirsi delle tensioni geopolitiche in Medio Oriente ha innescato una fuga verso i beni rifugio, sostenendo il franco svizzero, lo yen e il dollaro“. In parallelo, il prezzo del petrolio ha registrato un’impennata.

Le reazioni dei mercati valutari

L’inasprimento delle tensioni ha avuto un impatto immediato anche sulle valute emergenti e su quelle più sensibili alla crescita globale. Hardman sottolinea che “l’aumento del rischio geopolitico e la possibilità di un rapido balzo dei prezzi del petrolio hanno innescato un’inversione al ribasso per le valute ad alto rendimento come il fiorino ungherese, il rand sudafricano e il peso messicano”. Tra le valute del G10, le più penalizzate sono state il dollaro australiano e quello neozelandese.

Gli investitori ora osservano con attenzione l’evolversi della crisi. Le dichiarazioni delle autorità israeliane e iraniane indicano che la situazione potrebbe restare tesa nel breve termine. Il Primo Ministro israeliano Netanyahu ha dichiarato che l’operazione “continuerà per tutto il tempo necessario a rimuovere questa minaccia”, mentre l’Ayatollah Khamenei ha minacciato che Israele “pagherà un prezzo molto alto”.

Il fragile equilibrio diplomatico con gli Stati Uniti

Gli Stati Uniti hanno cercato di mantenere un profilo di distacco. Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato che Washington “non è coinvolta” negli attacchi. Tuttavia, il presidente Trump ha ammesso di essere stato informato in anticipo e ha auspicato la ripresa dei negoziati sul nucleare: “l’Iran non può avere una bomba nucleare e speriamo di tornare al tavolo dei negoziati”.

Il futuro dei colloqui, previsti per domenica in Oman, appare ora incerto. Già ieri Teheran aveva inaugurato un nuovo impianto di arricchimento dell’uranio, mentre l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica ha accusato l’Iran di non rispettare gli obblighi internazionali.

Dollaro in difficoltà su dati economici deboli

Anche prima delle notizie dal Medio Oriente, il dollaro era sotto pressione. L’indice del dollaro ha toccato nuovi minimi annuali, con un calo cumulativo vicino al 10% da inizio anno. “L’ultimo sell-off del dollaro – spiega Hardman – è stato innescato sia dalla rottura di importanti livelli tecnici di supporto, sia dai recenti dati macroeconomici che hanno rafforzato le aspettative di tagli dei tassi da parte della Fed”.

I dati di maggio su inflazione e occupazione hanno mostrato segnali di indebolimento: il deflatore PCE core è aumentato solo dello 0,1% su base mensile, mentre le richieste di sussidi di disoccupazione hanno toccato i massimi da novembre 2021. Questo deterioramento alimenta i timori su un possibile rallentamento del mercato del lavoro.

Le pressioni politiche sulla Fed

Il presidente Trump, da parte sua, ha colto l’occasione per aumentare le pressioni sulla Fed, chiedendo ora un taglio dei tassi di 2 punti percentuali, sostenendo che “ciò potrebbe far risparmiare al Governo Usa 600 miliardi di dollari all’anno”. Pur escludendo al momento la rimozione di Jerome Powell dalla guida della banca centrale, Trump ha ventilato la possibilità di annunciare con largo anticipo un successore. Secondo indiscrezioni riportate da Bloomberg, l’attuale Segretario al Tesoro Scott Bessent sarebbe tra i principali candidati.

Uno scenario incerto per mercati e politica monetaria

In conclusione, come sottolinea Lee Hardman, “gli sviluppi geopolitici in Medio Oriente, uniti ai segnali di rallentamento dell’economia statunitense, stanno creando un mix esplosivo di incertezza per i mercati valutari e per la politica monetaria globale”. Gli investitori restano in attesa, osservando con apprensione l’evolversi di uno scenario che appare sempre più complesso e volatile.

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