Investimenti: ecco dove trovare opportunità secondo DJE Kapital

Il proverbio anglosassone Sell in May and go away si è rivelato, quest’anno, del tutto fuori luogo. Come sottolinea il team strategico di DJE Kapital, «maggio è stato il miglior mese degli ultimi 35 anni». In particolare, i titoli tecnologici e industriali hanno trainato la performance a livello globale, mentre i comparti farmaceutico e sanitario hanno deluso. Anche in Europa lo scenario è stato variegato: «i settori tempo libero & viaggi e quello bancario hanno sostenuto la crescita, mentre health care e beni di consumo hanno sofferto».

Mercati laterali e incognita dazi

Per il mese di giugno, le attese sono più caute. «Ci aspettiamo che i mercati azionari globali si muovano lateralmente», spiegano gli analisti di DJE Kapital. Un elemento di rischio rilevante riguarda la disputa commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea: l’eventuale introduzione di un dazio del 20% sui beni europei potrebbe pesare significativamente sugli indici del Vecchio Continente.

Sul fronte monetario, la Fed sembra destinata a mantenere invariati i tassi d’interesse almeno per l’estate: «l’economia è ancora troppo solida e lo sviluppo economico nei prossimi mesi è caratterizzato da considerevole incertezza». Tuttavia, nel medio termine, l’allentamento delle pressioni inflazionistiche potrebbe aprire la strada a futuri tagli dei tassi. Rimane invece solido il contributo dell’intelligenza artificiale, definita dal team come «uno dei principali motori di crescita nell’economia statunitense».

Dalle opportunità globali al focus sui mercati emergenti

Sul piano geografico, gli Stati Uniti continuano a mostrare segnali tecnici positivi. «L’Advance-Decline Line di Wall Street ha raggiunto un nuovo massimo, un segnale storicamente affidabile», osserva DJE Kapital. Nelle passate occasioni, l’S&P 500 ha registrato nei nove mesi successivi una crescita media superiore al 10%.

Il Giappone si presenta interessante, sostenuto da revisioni al rialzo degli utili e valutazioni ancora basse. «I titoli finanziari potrebbero essere favoriti nel medio termine da tassi d’interesse a lungo termine più alti», aggiungono gli esperti.

I mercati emergenti offrono poi spunti positivi, seppure selettivamente. In India, la politica monetaria accomodante e l’immunità rispetto alle dispute tariffarie statunitensi favoriscono numerose aziende con solidi fondamentali. In Cina, invece, il forte stimolo fiscale e il ricorso a nuovo debito pubblico, con livelli record previsti per il 2025, rappresentano un sostegno per l’attività economica. «Molti mercati emergenti appaiono relativamente protetti nella disputa tariffaria, grazie al loro ruolo chiave, ad esempio, nella produzione elettronica», precisa il team strategico.

Settori da monitorare: tech, infrastrutture e lusso

Tra i comparti più dinamici, la tecnologia rimane al centro dell’interesse, soprattutto per le applicazioni di intelligenza artificiale e software. E le infrastrutture rappresentano un ulteriore tema di lungo termine: «la spesa governativa e aziendale resta elevata, specialmente nel settore energetico, indipendentemente dalla disputa sui dazi», spiegano gli analisti.

Più incerto invece il futuro per il settore del lusso, dove le prospettive sui profitti rimangono deboli e le quotazioni azionarie potrebbero subire ulteriori pressioni.

Rischi in vista: dazi, consumi e comparto automotive

Non mancano però i fattori di rischio all’orizzonte. Secondo DJE Kapital, «gli effetti negativi della politica tariffaria erratica degli Stati Uniti potrebbero colpire l’andamento degli utili di varie industrie con un certo ritardo». Un aspetto particolarmente delicato riguarda l’aumento dei dazi: «mentre nel 2024 si applicava un tasso tariffario medio del 2,5%, ora il mercato si aspetta un livello del 15-18%», con potenziali impatti negativi su economia e utili aziendali nei mesi a venire.

Anche sul piano geopolitico, un mancato accordo sui dazi tra USA e Unione Europea entro fine mese o entro il 9 luglio potrebbe destabilizzare ulteriormente i mercati. Intanto, negli Stati Uniti, «si profila una recessione nel settore dei consumi», avvertono gli esperti.

Nel comparto automobilistico, infine, le sfide sono particolarmente evidenti in Cina, dove «i produttori occidentali stanno perdendo quote di mercato, soprattutto nel segmento delle auto elettriche, dove faticano a competere con i rivali locali».

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