“La narrativa dominante racconta una Cina frenata dalle restrizioni tecnologiche statunitensi – afferma Matt Williams, senior investment director di Aberdeen Investments – ma la realtà è ben diversa: già prima dell’era Trump, le imprese cinesi avevano previsto un deterioramento nei rapporti con gli Stati Uniti e hanno cominciato ad adattarsi. Oggi, a distanza di anni e nonostante l’accesso limitato a tecnologie cruciali come le GPU americane, la Cina continua a innovare, in particolare nella guida autonoma”.
Durante una visita recente, Williams ha testato personalmente veicoli di Pony AI e Li Auto, restando colpito dalla loro affidabilità: “Anche su strade trafficate e a velocità autostradali, il sistema si è comportato in modo impeccabile”. La guida autonoma, spiega, è un problema computazionale risolto grazie all’intelligenza artificiale e alla gestione di grandi volumi di dati in tempo reale. “Oggi questi sistemi sono circa sette volte più sicuri di un guidatore umano, con l’ambizione di arrivare a dieci”.
Intelligenza artificiale: la Cina punta sull’efficienza
Secondo Williams, mentre le aziende americane sono focalizzate su ambizioni futuristiche, come superare l’intelligenza umana, la Cina preferisce applicazioni pratiche e immediate. “Il modello cinese parte dalla creazione della domanda, costruisce attorno ad essa un ecosistema tecnologico e progredisce verso soluzioni avanzate”.
Un esempio efficace è NetEase, che impiega l’IA generativa nello sviluppo dei videogiochi, dalla progettazione alla programmazione, per migliorare produttività e contenere i costi. “La scala operativa e il vasto portafoglio di titoli le conferiscono un vantaggio competitivo notevole”, sottolinea Williams.
Stabilizzazione economica e segnali di ripresa
Dopo anni di transizione da un’economia centrata su costruzioni e manifattura a una più orientata ai servizi, la Cina inizia a vedere i frutti. “Oggi si percepisce una maggiore fiducia, anche tra le multinazionali operative nel Paese”, afferma Williams. La nuova economia, aggiunge, “sta finalmente compensando la debolezza del modello tradizionale”.
I recenti stimoli del governo, come il taglio dei tassi e l’aumento degli stipendi pubblici, hanno contribuito a una ripresa concreta: il PIL del primo trimestre 2025 è cresciuto del 5,4% su base annua. Tuttavia, ammonisce Williams, “la geopolitica resta un fattore cruciale, in particolare le decisioni degli Stati Uniti”.
India: ottimismo cauto ma persistente
Anche in India si percepisce un miglioramento del clima economico. Dopo un lungo periodo di tassi d’interesse elevati, si avvicina la fine del ciclo restrittivo. “Le aziende sono ancora prudenti, soprattutto nel settore bancario, ma la qualità del credito resta buona”, afferma Williams. HDFC Bank, principale partecipazione di Aberdeen, è “ben posizionata per trarre vantaggio dal prossimo ciclo”.
Secondo l’autore, tra le imprese locali permane una visione positiva sul medio termine, con “fondamenta strutturali solide per una ripresa”.
Dopo il Liberation Day: una Cina meno vulnerabile
Con i dazi dell’era Trump, la Cina ha accelerato il processo di localizzazione in settori strategici, in primis i semiconduttori. Il commercio con gli Stati Uniti ora incide solo per il 2% sul PIL, una quota marginale che limita l’esposizione a nuove misure protezionistiche. “Il premier Li Qiang ha avvertito di profondi cambiamenti nello scenario internazionale, promettendo supporti per stimolare i consumi interni”, ricorda Williams.
Opportunità per gli investitori
In un contesto in evoluzione, emergono nuove possibilità per chi investe. “Manteniamo il focus sui settori legati ai consumi domestici e ai servizi”, spiega Williams, “perché offrono migliori flussi di cassa e prospettive di crescita più solide rispetto a finanza, immobiliare o infrastrutture”.
La strategia di investimento di Aberdeen privilegia aziende resilienti, con bilanci sani e capacità di generare valore per gli azionisti. “Cerchiamo qualità, solidità e sostenibilità nei rendimenti: questa è la chiave per affrontare l’incertezza e cogliere le opportunità di lungo termine”, conclude Williams.