Prima dello shock della seconda guerra commerciale, l’economia mondiale sembrava avviata a una modesta ripresa. Oggi, però, le prospettive si sono deteriorate sensibilmente. In questo contesto, gli esperti di Carmignac tracciano di seguito un quadro complesso, fatto di sfide globali, rischi geopolitici e trasformazioni monetarie.
Una crescita globale frenata dai dazi
Secondo Carmignac, “ipotizzando che i dazi statunitensi si stabilizzino a un picco del 15%, stimiamo che la crescita globale si riduca dello 0,5%, attestandosi al 2,4% nei prossimi 12 mesi”. Il rallentamento sarà più marcato negli Stati Uniti (-1,0%), ma coinvolgerà anche la Cina (-0,5%) e l’Eurozona (-0,4%).
Da Carmignac sottolineano poi come negli Usa “il calo della fiducia di consumatori e imprese fa presagire un forte rallentamento della domanda interna,” con effetti evidenti sul mercato del lavoro già dal terzo trimestre 2025 e un possibile inizio di deflazione nel settore immobiliare.
Stati Uniti: sfide strutturali e limiti della politica monetaria
La Fed non potrà più agire come nelle fasi precedenti di rallentamento. E da Carmignac osservano che “un’inflazione persistentemente sopra al target costringerà la Fed a essere insolitamente reattiva,” e le minacce di interferenze politiche, come quelle di Trump, porteranno il presidente Powell a ritardare ulteriormente i tagli dei tassi.
Gli esperti della casa diinvestiemnti transalpina evidenziano inoltre che “la parte lunga della curva si rivelerà rigida a causa dell’aumento del premio a scadenza,” complici le politiche fiscali espansive e restrizioni che minano la crescita potenziale del Paese.
Diagnosi sbagliata, politiche dannose
Secondo Carmignac, “l’ossessione di Trump per il deficit commerciale è bizzarra, considerata la normale specializzazione americana nei servizi con surplus dell’1% del PIL.” Il vero problema è il “tasso di risparmio nazionale eccessivamente basso, dovuto a deficit fiscale e bassi risparmi delle famiglie”.
Da qui, “i dazi, le restrizioni all’immigrazione e i tagli fiscali peggiorano la situazione,” spiegano gli esperti di Carmignac, aggiungendo che le politiche attuate hanno “aumentato il rischio di una liquidazione disordinata e autoalimentata delle posizioni legate all’eccezionalismo statunitense”.
Oltre il dollaro: scenari monetari in evoluzione
Carmignac sostiene che “la fine di 15 anni di scambi basati sull’eccezionalismo statunitense implica un mercato ribassista strutturale per il dollaro Usa.” Ma non c’è una valuta fiat pronta a sostituirlo: “il renminbi non è convertibile, l’Eurozona è un’unione incompiuta, e il Giappone è in declino demografico”.
Così, spiegano dalla casa di investimenti francese, “le banche centrali si rivolgono all’oro e ad altre materie prime strategiche,” mentre il settore privato guarda con interesse alle criptovalute a offerta fissa, creando una biforcazione tra asset ufficiali e privati.
La Cina e l’Europa: stimoli e resilienza
La Cina ha beneficiato di misure di stimolo, ma “saranno necessarie ulteriori misure entro l’autunno,” sostiene Carmignac. Tuttavia, “non si prevede un cambiamento fondamentale del modello di crescita predatorio e tecno-mercantilista.”
Per l’Eurozona, Carmignac nota poi che “la ripresa è in ritardo ma non interrotta,” con una redistribuzione della crescita globale che premia l’Europa, incentivata a investire per ridurre i rischi legati alle catene di fornitura e costruire infrastrutture strategiche.
Mercati obbligazionari e valutari: prudenza e strategie differenziate
Carmignac raccomanda prudenza nei mercati del debito sovrano: “la combinazione di prodigalità fiscale e scarso appetito degli investitori favorisce il debito a breve termine in euro e le obbligazioni a cinque anni negli Stati Uniti”.
E sul fronte valutario, evidenzia che “il sorriso del dollaro si sta trasformando in una smorfia,” e suggerisce una strategia ‘barbell’ che punta su euro e yen da un lato e su valute cicliche come real brasiliano e peso cileno dall’altro.
Mercati azionari: tecnologia, Europa ed emergenti
Il settore tecnologico rimane trainante, con gli esperti di Carmignac che preferiscono hardware e hyperscaler, con valutazioni più sostenibili rispetto ai software. Le azioni europee e dei mercati emergenti sono invece “trascurate ma con buone prospettive grazie a stimoli fiscali e valutazioni attraenti”.
Da Carmignac concludono che è preferibile “privilegiare società con modelli local-to-local e player emergenti in e-commerce e bancario”.
In sintesi
L’analisi di Carmignac mostra un mondo economico in piena trasformazione, con crescenti rischi geopolitici, monetari e di mercato. La chiave per gli investitori sarà “la flessibilità e la capacità di guardare oltre il breve termine per scalare il muro della preoccupazione”.