Il World Gold Council ha di recente pubblicato i risultati del consueto sondaggio annuale tra le banche centrali sul ruolo dell’oro all’interno delle riserve ufficiali. I dati parlano chiaro: l’interesse nei confronti del metallo giallo non accenna a diminuire, confermando un trend di rafforzamento iniziato negli ultimi anni.
Banche centrali
Nel 2025 il numero di banche centrali che ha preso parte al sondaggio è salito a 73, segnando il massimo storico per questa rilevazione. A testimonianza di un coinvolgimento crescente, soprattutto da parte delle economie emergenti, che vedono nell’oro un ancoraggio sicuro in un mondo finanziario incerto.
Acquisti in crescita: le cifre lo dimostrano
Negli ultimi tre anni, gli istituti centrali di tutto il mondo hanno acquistato oltre 1.000 tonnellate d’oro all’anno, più del doppio rispetto alla media di 400-500 tonnellate annue della decade precedente. E la tendenza sembra destinata a proseguire: il 43% delle banche partecipanti ha dichiarato di voler incrementare ulteriormente le proprie riserve auree nei mesi a venire, in netto aumento rispetto al 29% registrato nel 2024.
Le economie emergenti spingono il mercato
L’interesse verso l’oro è particolarmente accentuato tra le banche centrali dei Paesi in via di sviluppo: quasi la metà (48%) ha affermato di voler incrementare le proprie scorte. Più tiepida la posizione delle economie avanzate, dove solo il 21% si è detto intenzionato a fare altrettanto. Un dato che suggerisce un approccio più cauto da parte di questi Paesi e una minore partecipazione complessiva al sondaggio.
Le ragioni dietro la corsa all’oro
Le motivazioni che spingono le banche centrali ad accumulare oro sono molteplici, ma alcune emergono con chiarezza. Secondo il sondaggio, il 93% degli intervistati considera il livello dei tassi d’interesse un fattore cruciale nella gestione delle riserve. Seguono i timori legati all’inflazione (81%) e all’instabilità geopolitica (77%). Altri elementi significativi sono la paura di guerre commerciali (59%) e la necessità di proteggersi da shock economici improvvisi (49%).
Perché detenere oro?
Alla domanda sulle ragioni per mantenere l’oro nelle riserve ufficiali, più dell’80% delle banche ha indicato tre motivi principali:
- l’ottima tenuta nei momenti di crisi finanziaria;
- la capacità di diversificare il portafoglio;
- la funzione di riserva di valore nel lungo periodo.
Queste considerazioni non si applicano solo ai grandi attori internazionali, ma potrebbero essere valide anche per investitori e risparmiatori privati.
Tra tradizione e pragmatismo
Oltre il 70% delle banche ha indicato anche motivazioni più “storiche” o conservative, come la tradizione di detenere oro nei propri forzieri, o la maggiore sicurezza rispetto ad altri asset esposti al rischio di default.
Oro: una scelta anche per il futuro?
Il quadro emerso dal sondaggio suggerisce che l’oro continuerà a rappresentare un elemento centrale nelle strategie delle banche centrali. I motivi sono molteplici: dalla protezione contro l’inflazione alla stabilità in contesti turbolenti, fino al rendimento nei periodi di crisi.
Nel frattempo, le quotazioni del metallo prezioso si mantengono su livelli elevati, poco distanti dai massimi storici raggiunti di recente. Un altro segnale che il ruolo dell’oro nel sistema finanziario globale è tutt’altro che superato.
Il trend del prezzo spot dell’oro nel medio termine