Il gestore perde e il cliente 'ruba'

IL FURTO

Secondo quanto riferito da alcuni ospiti al New York Post, due investitori del fondo hedge United Capital Markets Holdings avrebbero deciso di ‘prelevare’ due quadri dalla villa del gestore del fondo, come risarcimento per le perdite conseguite (100% del capitale).

Durante la serata, due investitori inviperiti per aver perso oltre 1,5 milioni di dollari nel fondo di Davey, avrebbero escogitato un piano per rimpossessarsi (in parte) dello loro perdite. I due, armati di coraggio (e una buona dose di alcool), avrebbero infatti sottratto dalle pareti della villa del giovane manager due opera d’arte di estremo valore. Sfortunatamente il piano è andato male e i due, una volta tornati sullo yacht dove si teneva il party,  sono stati fermati dalla polizia.

La cosa avrebbe dell’incredibile se si considera la clientela tipica degli hedge, ma non troppo se si considera la storia di John Devaney.

Il PERSONAGGIO

Quella di Davey è la storia comune a molti giovani trader-imprenditori-hedge fund manager che sono balzati alle cronache mondane negli ultimi anni. Persone che al top della loro carriera hanno ammassato fortune e giocattoli di ogni tipo (anche un Renoir nella collezione del biondissimo Davey) ma che una volta esplosa la bolla subprime, sono stati spazzati via dal mercato in un trionfo di debiti.

Davey, giovane promessa degli hedge, ha come altri talentuosi e intraprendenti giovani americani lanciato il proprio fondo hedge sotto il nome di
United Capital Markets. Il fondo che nei primi anni di vita ha generato performance più che soddisfacenti arrivando a raccogliere centinaia di milioni di dollari, lo scorso anno ha cominciato a soffrire per alcune operazione sbagliate sul mercato subprime fino al giugno di quest’anno, quando è letteralmente imploso a causa di alcune ‘scommesse’ errate sul mercato degli ABS (Deutsche Bank che svolgeva il ruolo di prime broker ha rilevato quel poco che rimaneva sul portafoglio).

Come risultato Devaney ha perso tutti i 600 milioni di dollari dei suoi investitori e dichiarato bancarotta.

LA BARCA

Ora non è una novità che molti fondi hedge abbiano chiuso battenti nel 2007 e nel 2008, ma nel caso di Devaney la stampa ha sempre avuto un occhio di riguardo per il giovane, noto più per lo stile di vita fastoso che per le sue virtù di trader.

Una delle grandi passione del manager (che dichiara di odiare il golf) sono le barche. Il ‘mito’ racconta infatti che John è riuscito a comprarsi il suo primo dinghy per 100 dollari quando aveva solo sette anni (soldi raccolti con la mietitura del prato davanti a casa); a 29 anni, il dinghy gli sta stretto e la taglia sale a 100 piedi (30 metri).

Ma dato che da cosa nasce cosa, la corsa al rialzo dei mercati spinge Davey verso l’acquisto del suo ultimo gioiello, Positive Carry (un nome un programma), megayacht di 35 metri.

La sera del party ‘con furto’ però gli ospiti sono stati intrattenuti non sulla barca di Davey bensì su quella della madre, uno yacht a motore di 125 piedi (circa 36 metri) chiamato con il nome della madre, Doroty Ann (nella foto Davey e la madre).

Il povero Davey infatti da questa estate è rimasto a terra dato che la sua barca è finita all’asta per cercare di far fronte alle richieste dei broker che chiedevano di rimpinguare i margini sulle posizioni in ABS.

Davey ha così dovuto separarsi dal suo 124 piedi (30 centimetri meno di quello della mamma) e dal suo elicottero preferito (un Sikorsky S76C da qualche milione di dollari) con cui era solito svolazzare sugli Hamptons e altri gioccatoli tra cui compariva un jet Gulfstrem.

Non pago, oggi Devaney continua nella sua attività preferita (gestire soldi) ma le ‘fiches’ che gli sono rimaste sul tavolo sono solo le sue (si parla di 50 milioni di dollari).  Con questo gruzzolo il giovane ha appena piazzato un’ordine di acquisto su 500 milioni di dollari di obbligazioni spazzatura, sperando in una ripresa del mercato… Provaci ancora Joh

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