Obama in trionfo!

Sia La Camera che il Senato quindi saranno ampiamente in mano ai democratici, con una maggioranza inequivocabile.
16 senatori in più su un totale di 96 e 233 deputati contro 145 dei repubblicani.
Nel primo discorso subito dopo la proclamazione Obama ha affermato che è giunta l’ora del cambiamento, dichiarando che sarà nei prossimi anni il Presidente di tutti gli Americani. Infine ha affermato che il paese va ricostruito mattone su mattone. Dichiarazioni di circostanza ovviamente, ma che vanno interpretate nel senso positivo di un cambiamento che sembrava ormai necessario dopo tanti anni in cui gli Stati Uniti sembravano essersi creati, soprattutto a livello internazionale, troppi nemici. Ben venga quindi il cambiamento se questo porterà ad un cambiamento nei rapporti internazionali, che secondo il nostro modesto parere, saranno la chiave per ritrovare equilibri delicati ma necessari.

La reazione del mercato valutario all’elezione di Obama è stata abbastanza insignificante, nel senso che dopo i fuochi di artificio delle ultime due sedute, caratterizzate da movimenti violenti in un senso e nell’altro, abbiamo notato un rafforzamento del dollaro ed un ridimensionamento dei carry trade. Ma sembra che queste price action siano piuttosto una reazione ai movimenti di ieri pomeriggio piuttosto che un cambiamento di posizioni dovute all’elezione stessa.
In generale assistiamo ad un aumento dell’avversione al rischio e ad un ridimensionamento del biglietto verde sulle voci legate ad una dichiarazione di Fisher della Fed, secondo cui ci vorrà tempo per ridare fiducia ai mercati, anche se la Fed è impegnata a fare il massimo, pur non avendo anch’essa risorse illimitate.


Detto che da un punto di vista macro le prossime ore vedranno un ulteriore ridimensionamento dei tassi in Gran Bretagna, Europa, mentre in Australia la Rba ha tagliato di 75 basis point portando i tassi al 5.25%, da un punto di vista tecnico osserviamo un cambiamento nella maggior parte dei grafici giornalieri delle principali valute.


EurUsd daily

Il grafico giornaliero eurusd infatti evidenzia la creazione di due minimi superiori dopo settimane di discesa ininterrotta. La condizione di ipervenduto e la formazione di divergenze rialziste evidenti sugli oscillatori stocastici rispetto ai minimi precedenti, crea le condizioni per una violazione di 1.3130, punto cruciale, con l’accelerazione conseguente che diventa probabile e impulsiva e che avrebbe come obiettivi 1.3550 e 1.3600 precedenti massimi realizzati nella fase di discesa.
Se guardassimo ad AudUsd noteremmo come il cambio in questione abbia già violato la media a 21 a dimostrazione che spesso Nzd e Aud anticipano i movimenti dei cambi principali, con una formazione di una S3 (chi non conosce i nostri metodi può chiamarci per delucidazioni in merito) rialzista abbastanza significativa. Siamo certi che se l’Eurusd partisse al rialzo, poi emergerebbero le ragioni macro che possono portare ad un movimento del genere.


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