Boom di transazioni, il real estate cinese non cede

Tutti in trepidazione tranne la Cina. Il report pubblicato da DTZ “Real Estate Investment in China” ha evidenziato che le transazioni nella primo semestre del 2008 sono state più che positive. In particolare gli investitori hanno dirottato i loro capitali verso il settore residenziale, che è stato il più attivo in termini di transazioni. Inoltre non sono stati soltanto gli investitori stranieri a investire nel segmento, anche a livello locale il volume degli investimenti è stato molto forte, soprattutto nelle città di primo livello.

Francis Li, direttore del reparto Investment di DTZ North Asia, ha commentato “Nei primi sei mesi del 2008 nella Cina continentale si è registrato un totale di 318 principali transazioni (del valore superiore ai 10 milioni di dollari per singola operazione), che rappresentano un aumento del 77% anno su anno, e la stima complessiva è aumentata dell’86% anno su anno da 13,37 miliardi di dollari a 24,93 miliardi di dollari. Queste cifre dimostrano che l’attrazione verso il mercato cinese degli investimenti perdura, mentre i venditori sono pronti a vendere a prezzi di mercato accettabili”.

Di queste 318 transazioni gli investitori hanno propenso maggiormente per le costruzioni a uso misto (inclusi gli alberghi), seguiti da quelli di tipo residenziale e poi quelli a uso ufficio e commerciale. In dettaglio delle 318 transazioni 134 hanno interessato progetti a uso misto (+6,3% anno su anno) rispetto alle 126 del 2007.

Tuttavia quest’anno l’andamento degli investimenti riguardanti i progetti residenziali è stato più importante, con un aumento anno su anno del 562,5% fino a un totale di 106 operazioni. A livello di ufficio o commerciali le transazioni sono state  25 e 35 per quanto riguarda il settore retail segnando una crescita rispettivamente del 47,1% e del 218,2% rispetto a un anno fa.

E sulla tipologia di investitori Mr Lin afferma: “Gli investimenti stranieri hanno fatto registrare una maggior percentuale (71%) di transazioni in blocco nella prima metà del 2007, ma questa percentuale è scesa anno su anno al 22% nel 2008, totalizzando solo 14 operazioni su 64. Le politiche di macro-controllo hanno causato grossi problemi agli investitori esteri sul mercato locale, in quanto l’eventuale approvazione dei loro piani di investimento richiedeva più tempo e offriva minore certezza date le procedure più complesse. Al contrario, gli investitori domestici sono stati meno soggetti a questo tipo di restrizioni e hanno goduto di più agevoli procedure per le transazioni. Questo ha aiutato gli investimenti locali a far registrare la maggiore percentuale (78%) delle transazioni in blocco durante la prima metà del 2008”.

E per quanto riguarda le aree geografiche nonostante Shanghai e Beijing mantengano dei buoni livelli di transazione, altre città secondarie stanno crescendo. E’ il caso, ad esempio di Dalian, Chongqing, Wuhan, Shenyang e Tianjin.

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