Volatilità alta e incertezza persistente

La Fed ha messo in campo tutte le proprie risorse per salvare la Banca con un piano da 306 miliardi di dollari di cui solo 29 saranno diretta responsabilità dell’Istituto. Il tesoro Usa poi inietterà immediatamente 20 miliardi di dollari nelle casse di Citybank per far fronte ai problemi di breve termine, in aggiunta ai 25 già dati in precedenza e facenti parte dell’ormai famosa Tarp.

Questa reazione del mercato ha fatto salire l’Euro e scendere dollaro, franco svizzero e Yen, mentre le valute cosiddette ad alto tasso (anche se presto con i prossimi tagli del costo del denaro non sarà più così) hanno parzialmente recuperato terreno. Il vero problema è che in questo mercato la volatilità resta alta e non c’è direzionalità. Pertanto occorre fare attenzione perché da un lato i sistemi non discrezionali, ovvero i trading system automatici non riescono ad individuare il trend, mentre con il trading e l’operatività discrezionale si rischia di operare con leve troppo alta data la volatilità.

E’ un mercato che ancora non da segnali certi di trend e quindi occorre ancora una volta affidarsi all’analisi tecnica insieme a quelle che saranno le decisioni e le mosse delle Banche Centrali per cercare di individuare i movimenti futuri.

Nelle prossime ore e giorni assisteremo al taglio dei tassi da parte di Australia e nuova Zelanda, un taglio presumibilmente di 125 punti base per la prima e 100 punti base per la seconda, un segnale forte che dovrebbe ridare stimoli a due economie recentemente penalizzate anche al di la della normale logica.

Ma la ragione era che i carry trades avevano corso troppo e soprattutto su AudYen e NzdYen avevano portato ad una bolla speculativa esagerata e che si è girata in modo impulsivo. Ci vorrà ancora tempo prima di vedere una stabilizzazione del mercato in tal senso. 

Il cambio dell’Euro evidenzia per la prima volta da tanto tempo una prima violazione al rialzo della media mobile a 21 giorni, una configurazione che rappresenta una S3 rialzista per chi conosce le nostre metodologie. Ovviamente lo stop di una eventuale posizione long va posizionato sotto 1.2380 quindi ben lontano dai livelli attuali, con obiettivi che nel medio si devono individuare in area 1.3850.

Questa è una operazione di medio termine che ha basi tecniche ma che ovviamente potrebbe risentire dei repentini cambiamenti a livello macro. Uno di questi potrebbe essere un deciso taglio dei tassi da parte della Bce e l’aggravamento della recessione in Europa (dopo i dati di ieri sull’Ifo sembra probabile).

Staremo a vedere, intanto purtroppo si naviga ancora a vista.

 

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