La Fed sempre a sostegno dell’economia!

Il delevereging sembra essersi ridotto e i continui interventi a sostegno da parte delle Banche Centrali, Fed in testa, sembrano finalmente portare ad un miglioramento del sentiment.

La Fed, dopo aver messo in campo la Tarp (Treasury Asset Rescue Plan) ha messo in campo la Talf (Term asset Backed Securities loan facilities), ovvero un piano di 200 miliardi di dollari di prestiti ai possessori di obbligazioni di Istituzioni fallite e ai possessori di mutui. Il tutto in un contesto di debolezza economica che prevede una crescita negativa nel 2008 dello 0.5%.

Tutto questo serve a stabilizzare i mercati ma prima che torni la fiducia necessaria a farli ripartire, probabilmente servirà aspettare, prendere tempo, perché questo genere di cambiamenti non può avvenire in poche settimane. Per cui occorre ancora avere prudenza, senza lasciarsi prendere dal panico, ma tecnicamente si devono cercare i punti di ingresso più favorevoli, perché le occasioni non mancano.

Nel vecchio continente non si segue la stessa politica aggressiva di riduzione del costo del denaro accompagnato a sostegni continui all’economia, ma si cerca di mantenere una certa stabilità, in quanto come ha affermato Bini Smaghi, una riduzione troppo accentuata o aggressiva dei tassi farebbe pensare ad una eccessiva preoccupazione da parte della Bce sullo stato di salute dell’economia. Ed invece si deve diffondere una sensazione di tranquillità e sicurezza che con questo tipo di atteggiamento sui tassi, parrebbe più conveniente. Intanto il Pil tedesco del terzo trimestre è visto in calo dello 0.5% e una riduzione del costo del denaro è comunque prevista per l’inizio di dicembre.

In Gran Bretagna King non smette di rivelarsi preoccupato per lo stato di salute dell’economia e promette di tagliare ancora i tassi di fronte ad una inflazione calante e ad una recessione sempre più evidente. Sulla sterlina, almeno per ora, il peggio sembra passato, anche perché ha perso tra il 30 e 40 per cento in meno di un anno, e una fase di correzione sembrerebbe necessaria.


Il grafico giornaliero del cable, che con GbpJpy è l’emblema di quello che è successo alla valuta britannica negli ultimi mesi, sembrerebbe evidenziare una fase correttiva che, nel caso di violazione delle prime resistenze cruciali poste in area 1.5460, porterebbero al test di 1.6000, prima resistenza cruciale dove potremmo attenderci qualche correzione, anche rilevante. Ma fino a che non supereremo la soglia richiamata su base giornaliera di 1.5460, crediamo che il mercato potrà ancora far prevalere le vendite e a questo punto saranno così rilevanti i test dei supporti compresi tra 1.5150 e 1.4850.

Solo una tenuta di questi livelli potranno finalmente far cambiare uno scenario tuttora negativo sulla valuta britannica, anche se il grado di sottovalutazione in questo momento appare chiaro su quasi tutti i time frame di medio e lungo periodo.

 

Per quel che riguarda il breve termine notiamo che l’Eurusd potrebbe, in questo ciclo rialzista, raggiungere i target compresi tra 1.3160 e 1.3220 da dove ci potremmo attendere delle correzioni rilevanti. UsdChf che invece non dovrebbe scendere al di sotto di 1.1740 per poi salire in area 1.1900 nuovamente.

UsdJpy che potrebbe ricominciare ad attaccare i supporti posti a 94.50 mentre del cable abbiamo già scritto. EurChf che dopo una estensione a 1.5520 dovrebbe scendere in area 1.5400 posizionando degli stop sotto 1.5340 che rappresentano il livello cruciale per la tenuta del trend di rialzo. EurYen che sembrerebbe aver voglia di salire in area 126.20 mentre i supporti sono posti a 122.60. EurGbp potrebbe scendere a 0.8370 per poi risalire successivamente sopra 0.8500.

Audusd dovrebbe riprendersi fino a 0.6550 mentre i supporti sono posti tra 0.6440 e 0.6345.

EurAud ed EurNzd non sembrano ancora volersi ridimensionare e restano vicino ai massimi.

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