Tra Clinton e Trump, ecco cosa succederà a healthcare e biotech

A cura di Marshall Gordon, Director, Senior Research Analyst for Health Care e Portfolio Manager di ClearBridge Investments (Gruppo Legg Mason)
Si parla molto delle prossime elezioni americane, ma riteniamo improbabile che l’esito di queste, qualunque esso sia, possa provocare cambiamenti significativi all’interno del sistema sanitario americano Certamente la retorica politica farà in ogni caso sentire i suoi effetti in termini di ricadute sui prezzi delle azioni del settore, soprattutto su quelle delle aziende farmaceutiche e biotecnologiche – per il mese di novembre e forse anche fino alla primavera del 2017.
Il dibattito politico più rilevante per il sistema sanitario riguarderà il prezzo dei farmaci. Allo stesso tempo anche il sistema delle coperture sanitarie, soprattutto il mercato delle polizze individuali così come i programmi di assistenza pubblica finanziati dallo Stato, potrebbe essere preso in esame da entrambi i candidati. Rispetto alla situazione attuale, una vittoria di Hillary Clinton presenterebbe un downside risk maggiore rispetto ad una vittoria di Donald Trump, benché il grado di rischio dipenda dal raggiungimento del controllo del Senato e della Camera da parte dei democratici.
Questi sono i due scenari che possiamo aspettarci nel caso in cui la Clinton vinca le elezioni presidenziali:

  • Se la Clinton vincesse le elezioni, ma i democratici non riuscissero ad avere la maggioranza sia alla Camera che al Senato, è possibile che la situazione politica rimanga nell’impasse attuale. Nonostante un sistema governativo diviso si potrebbero comunque incoraggiare politiche a sostegno dell’espansione di Medicaid (il programma federale sanitario degli USA che provvede a fornire aiuti agli individui e alle famiglie con basso reddito salariale)
  • Anche nel caso di una vittoria di Clinton e di una maggioranza democratica al Congresso, in ogni caso, è difficile che i democratici riescano a far approvare le proprie proposte più coraggiose.

A ciò si aggiunge che nonostante la questione dei prezzi dei farmaci abbia ricevuto molta attenzione in fase di campagna elettorale, il tema “healthcare” non  ricopre comunque un ruolo di primaria importanza per la Clinton, almeno non tanto quanto il discorso relativo a immigrazione, infrastrutture e diseguaglianze economiche.
Saranno questi i temi, insieme agli incontri internazionali, che occuperanno maggior tempo e risorse all’interno dell’agenda di Clinton, a nostro avviso. Anche in caso di una vittoria su tutti i fronti, è inoltre probabile che la maggioranza democratica alla Camera e al Senato si troverà ad essere comunque piuttosto risicata, e questo significa che le principali leggi sui temi sanitari saranno oggetto di lunghe discussioni e trattative. A ciò si aggiunge il fatto che i Democratici rischiano di perdere molti seggi in Senato nelle elezioni del 2018 e che coloro che sono in corsa per quelle posizioni potrebbero non appoggiare le proposte più radicali avanzate dalla Clinton in materia di sanità.
Per sintetizzare, le proposte che arrivano da parte democratica dovrebbero avere un impatto negativo sui titoli di aziende farmaceutiche e biotecnologiche, positivo per chi fornisce assistenza sanitaria attraverso Medicaid e un impatto da neutrale a positivo per le azioni di aziende in settori più commerciali all’interno del settore healthcare.
Se la Clinton dovesse vincere e i democratici trionfare sia alla Camera che al Senato, il downside risk per i prezzi delle biofarmaceutiche potrebbe farsi concreto soprattutto nel caso dovesse emergere una polemica sui prezzi dei farmaci come quella del caso Turing Pharmaceuticals/Martin Shkreli, che scandalizzò l’opinione pubblica e diede modo alla nuova amministrazione di intervenire con misure ad hoc.
Passando al fronte repubblicano invece, Donald Trump non ha formulato una vera e propria proposta riguardante il sistema sanitario. Nel caso in cui fosse lui il nuovo presidente, è probabile che Trump si mantenga in linea con le proposte dei deputati repubblicani. Questi ultimi, come Trump, promettono di revocare l’Affordable Care Act e di promuovere nuovamente l’espansione delle coperture sanitarie private.
Le proposte repubblicane mirerebbero a ridurre le riforme, sostituite da un approccio all’assicurazione sanitaria più market-oriented.
In generale, le politiche sanitarie promosse dai repubblicani avrebbero un impatto negativo su ospedali e aziende attive attraverso Medicaid, e un impatto positivo per le compagnie di assicurazione private che offrono piani di assistenza sanitaria attraverso il programma Medicare Advantage.
Comunque vadano le elezioni presidenziali, la nostra previsione a lungo termine sul settore farmaceutico e biotecnologico rimane positiva. L’innovazione avanza a un buon ritmo, mentre i titoli azionari hanno già scontato gli effetti di una politica più cauta sul prezzo dei farmaci nel mercato statunitense. L’incertezza che precede l’esito delle elezioni può creare delle opportunità per costruire o aggiungere posizioni su titoli già  presenti in portafoglio in campo biofarmaceutico, anticipando il recupero che questi titoli potranno avere una volta terminate le elezioni e dissoltosi il clima di incertezza che sempre le accompagna.

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