Nuovo crollo della sterlina!

E’ bastato un pmi ben inferiore alle attese (per carità un dato assai negativo, ma lo stesso vale per quello europeo o americano) a scatenare l’inferno sulla valuta britannica. Addirittura ieri sera circolavano voci di un imminente ingresso nell’Euro, che a dire la verità, sembra ancora lontano visto l’atteggiamento dei sudditi di sua maestà nei confronti dell’Euro. Ma, dicevamo, la sterlina ha collassato e in poche ore ha perso, pensate, il 4% nei confronto del dollaro e il 3% nei confronti della moneta unica.

Movimenti di questa portata e intensità sono assolutamente fuori dalla norma e il tutto sembra dettato da una liquidità che sulla valuta britannica appare ancora in calo ed inferiore a quella che si trova su altri rapporti di cambio. Tecnicamente i prezzi hanno tenuto il canale di regressione lineare precedentemente sviluppatosi ed ora, in caso di violazione, non escludiamo un test dei minimi in area 1.4550 e quindi anche livelli inferiori. Nel medio termine questi sono livelli estremamente appetibili, ma ora avere posizioni troppo importanti a favore della valuta britannica è un rischio ancora troppo grande da correre.

Probabilmente il trend cambierà a partire dal nuovo anno, quando si avrà la percezione netta che anche l’economia europea e’ in recessione e quando anche la Bce se ne sarà accorta riducendo ulteriormente il costo del denaro. I prezzi al consumo, vero incubo per la Bce, sono scesi al 2.1% in novembre, vicino ai target fissati dalla Banca Centrale relativi al livello dell’inflazione, pertanto è probabile che la politica di attesa verso il taglio del costo del denaro venga presto abbandonata anche da Bruxelles.
I riflessi sui tassi di cambio sono sempre gli stessi e le correlazioni di questo periodo sono sempre legate al fatto che le tre valute rifugio, Usd, Yen e Chf, salgono quando le borse scendono e l’indice Vix legato all’avversione al rischio sale, e viceversa scendono quando i mercati azionari riprendono fiato e il Vix scende.

Questa correlazione sembrerebbe destinata a perdurare al di la delle considerazioni sul fatto se sia logico o meno che il mercato funzioni in questo modo.

Si dovrà probabilmente attendere che le Banche Centrali abbiano terminato il proprio lavoro sui tassi per capire se il mercato e gli investitori si concentreranno nuovamente sui paesi più virtuosi e sulla crescita oppure se rimarranno ulteriormente ancorati ad un concetto generale di rischio.
Per il momento ci si deve tappare il naso e buttarsi come tante brave pecorelle all’interno dell’onda generale, perché a fare il contrario ci si fa male.
L’altra novità della giornata è rappresentata dalla crisi che attanagli il partito al governo in Canada che rischia di essere fatto saltare da una coalizione di opposizione che comprende tutta una serie di partiti, da nuovi liberali, partito democratico e separatisti del Quebec. Le ragioni sarebbero legate al fatto che il Governo non avrebbe reagito prontamente di fronte alla grave crisi finanziaria.

Il Cad ha ceduto di schianto e si è riportato in area 1.2400 contro il dollaro. Come sono lontani i tempi di 0.90, qualcuno se li ricorda ?

Nel breve periodo riteniamo che Eurusd possa scendere in area 1.2530 da cui ci aspettiamo un rimbalzo verso 1.2660 mentre il UsdChf dovrebbe iniziare a scendere verso 1.2000.

UsdJpy ancora in discesa, dopo una correzione che potrebbe portarlo ad un test di 94.00, con obiettivi nuovamente in area 90.00. Cable verso 1.4650 mentre EurChf dovrebbe scendere in area 1.5100. EurYen verso 115 da dove ci aspettiamo un rimbalzo mentre EurGbp potrebbe salire verso 0.8570.
UsdCad in rialzo mentre AudUsd deve tenere 0.6300 per continuare a dare segnali rialzisti altrimenti si rischia una severa discesa.
 

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