Cosa guiderà il mercato italiano fino a fine anno

A cura di Guglielmo Manetti, Vice Direttore Generale di Intermonte Advisory

Il mercato italiano rimane il peggiore da inizio anno e negli ultimi mesi si è allargata decisamente la sottoperformance rispetto agli altri mercati. Il grafico qui sotto mostra come la differenza tra performance tra Italia e resto del mondo si sia fortemente allargata dopo lo scoppio della crisi Lehman nel 2008 e come, salvo pochi anni, la sottoperformance rispetto agli altri mercati sia diventata praticamente strutturale.
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Questa sottoperformance si è accompagnata ad una graduale rarefazione degli scambi sul mercato, che rende il mercato domestico ancora meno attraente agli occhi dei grandi investitori istituzionali. Anche la rappresentatività del mercato italiano negli indici internazionali si è fortemente ridotta, e la recente esclusione di Generali e Unicredit dal paniere dell’indice europeo Euro Stoxx 50, tra i più liquidi, né è la prova. E l’andamento dei volumi della Borsa di Milano è in costante declino da ormai più di un anno con gli scambi giornalieri che sono intorno ai 2 miliardi di euro giornalieri.

Una conferma del sempre minore appeal del mercato italiano viene anche da una analisi delle dimensioni degli ETF specializzati sull’Italia. In particolare analizzando le “shares outstanding”, ovvero il numero di quote dell’ETF, si ha una rappresentazione dei flussi in entrata e uscita dal mercato.

Ma come è posizionato il mercato? La rarefazione degli scambi di solito “agevola” il lavoro degli investitori che si posizionano al ribasso scommettendo su cali significativi di prezzo. Uno dei termini certamente più abusato in questo periodo di mercato difficile e volatile è il cosiddetto “positioning”, ovvero il posizionamento lungo o corto degli investitori.
Utilizzando i dati ufficiali Consob, abbiamo analizzato quindi l’andamento delle posizioni dichiarate short negli ultimi 6 mesi, misurate in % sia del capitale complessivo che del flottante.

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Da questa analisi emergono le seguenti considerazioni:

  • In generale le posizioni short sono molto aumentate negli ultimi 6 mesi: 30 in aumento e solo 5 in diminuzione
  • Il 31% di queste si concentra su finanziari. Se però prendiamo in esame i soli titoli del FTSE MIB allora la percentuale
    sale al 40%
  • L’impatto % sul flottante per molti titoli è certamente più rilevante. Questo pesa non solo su titoli a piccola-media capitalizzazione ma anche su società più grandi appartenenti al paniere dell’indice FTSE MIB (Ferragamo, UBI, Tenaris, Saipem tra le principali)
  • Infine, e forse questo è l’aspetto più importante di questa analisi, con il graduale ma costante calo dei volumi sugli scambi che abbiamo constatato prima, risulta evidente che l’impatto di posizioni short su scambi sempre più rarefatti risulta essere molto più importante.

Cosa può guidare il mercato da qui a fine anno? Un’analisi del newsflow dei prossimi mesi
Gli ultimi mesi stanno evidenziando come il ritorno del rischio politico sull’Italia, unito a risultati di crescita della nostra economia ancora deludenti, stia influenzando negativamente il “sentiment” sul mercato italiano, impattando in maniera violenta i settori finanziari e quelli più direttamente legati all’andamento dell’economia domestica.
In questo contesto di mercato appare quindi particolarmente rilevante analizzare il newsflow dei prossimi mesi per individuare gli elementi che riteniamo particolarmente rilevanti ai fini del potenziale impatto sul sentiment e sulla propensione a investire degli investitori istituzionali che latitano da qualche tempo.
Conclusioni di investimento: monitorare il newsflow è utile per migliorare il timing sul mercato
In un mercato che rimane dominato dal top down, dalle scelte delle banche centrali e dalla maggiore o minore propensione al rischio degli investitori è difficile adottare un approccio puramente fondamentale che non tenga conto delle molteplici variabili in gioco nell’effettuare scelte di investimento su azioni italiane.
Abbiamo analizzato più volte come il mercato italiano non sia caro dal punto di vista strettamente fondamentale, esprimendo in particolare un dividend yield ragionevolmente sostenibile e visibile intorno al 4% contro tassi a lungo in Italia sotto il 1.3%.
Tuttavia comprendiamo che l’eccezionale avversione al rischio che colpisce le azioni italiane richieda un’attenzione particolare da parte degli investitori. In quest’ottica vediamo gli eventi relativi al settore bancario come un termometro per il nostro mercato.
A parte quindi gli eventi cosiddetti “sistemici”, che comprendono il referendum sull’abolizione del senato, le elezioni presidenziali USA, gli esiti del meeting OPEC e le decisioni della FED sul possibile rialzo tassi, riteniamo che valga la pena fare attenzione anche ai seguenti eventi specifici sul mercato italiano:

  • Esito del voto dell’assemblea straordinaria della Banca Popolare di Milano: un esito negativo avrebbe un impatto secondo noi molto negativo sul settore e sulla credibilità politica del governo Renzi, che ha fatto della riforma delle banche popolari uno dei suoi punti di forza. Un esito favorevole invece avrebbe un impatto positivo sul processo di consolidamento, visto il sentiment particolarmente negativo che permane sulle banche
  • Dettagli sulla manovra finanziaria 2017: l’entità dello stimolo all’economia, e il conseguente probabile sforamento dei parametri deficit/PIL imposti dalla UE, daranno la misura della forza negoziale dell’Italia in questo momento di auspicate politiche espansive che aiutino la ripresa economica
  • Dettagli sull’aumento di capitale del MPS: al di la del timing, che dovrebbe essere ragionevolmente nei primi mesi del 2017, riteniamo molto importante avere i dettagli sulle condizioni di finanziamento e sulla strutturazione della tranche di mezzanino legata alla cartolarizzazione delle sofferenze per capire il grado di impegno che le banche finanziatrici sono disposte a mettere nell’operazione.

 
 

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