Fondi hedge – il Governo porta 'ordine' nei riscatti

UN PROBLEMA DI LIQUIDITA DEGLI ATTIVI
Sembra così che anche il mercato italiano (così come  negli Stati Uniti e in Gran Bretagna) possa attraversare fasi di ifficoltà se gli investitori busserranno alla porta delle 39 Sgr speculative attualmente operative in Italia.

Il problema dei riscatti, in particolare, è molto sentito nell’industria hedge, soprattutto da parte di quei gestori che per via della tipologia di attivi su cui investe il loro fondo, si sono trovati con decine di richieste di riscatti (redemption) e pochi asset liquidi da vendere per far fronte alle richieste.
Questo stato di cose ha costretto i gestori ad ingengarsi propronendo ‘percorsi’ di uscita ‘segnalati’ dove effettivamente è la società a stabilire quando o quanto poteva essere prelevato dal fondo; in altri casi invece il gestore ha preferito liquidare tutto il patrimonio del fondo (o quello che ne rimaneva) e restituire i soldi ai clienti. Per ultimo, alcuni hedge fund manager hanno scisso le attività liquide da quelle più liquide e costituito nuovi fondi ad hoc.

IL PROVVEDIMENTO DI BANKITALIA
In Italia problemi di questo tipo non se ne sono mai verificati fino ad oggi, questo perché il nostro mercato è caratterizzato da un’offerta pressochè limitata ai fondi di fondi: strumenti ampliamente diversificati che investono in dieci-quindi manager per volta. Ovviamente se uno di questi fondi sottostanti dovesse bloccare i riscatti, anche il fondo italiano presente nel patrimonio del fondo in questione rimarebbe ‘bloccato’.

La normativa, in modifica all’attuale regolamento sul settore dei fondi, diventerà efficace il giorno stesso dell’approvazione da parte della Banca d’Italia, cui compete la stesura dei regolamenti di attuazione di quanto fissato in decreto (DL 29/11/08, n.185, art.14, disposizioni in materia di… fondi comuni di investimento speculativi, cd Hedge fund).

BLOCCO DEI RISCATTI D’UFFICIO
In dettaglio, in base al nuovo regolamento, fino al prossimo 31 dicembre 2009 sarà possibile sospendere i riscatti se complessivamente superiori (in un dato giorno o periodo di tempo) al 15% del valore complessivo netto del fondo.

Se si vericheranno queste condizioni: “la Sgr può sospendere il rimborso delle quote eccedente tale ammontare in misura proporzionale alle quote per le quali ciascun sottoscrittore ha richiesto il rimborso” si legge nel decreto. “Le quote non rimborsate sono trattate come una nuova domanda di rimborso presentata il primo giorno successivo all’effettuazione dei rimborsi parziali”.

Queste misure possono inoltre essere estese anche verso le domande di rimborso già presentate ma non ancora regolate.

SIDE POCKET
Non solo, davanti all’esigenza di cedere asset illiquidi per fa fronte alle richieste di rimborso, la società di gestione può inoltre pensare di dividere il fondo in due e separare gli asset ‘liquidi’ da quelli meno liquidi (il concetto già utilizzato all’estero con le  cosidette side pocket). In questo caso gli investitori riceveranno un numero di quote del nuovo fondo uguale a quello detenuto nel vecchio ma al nuovo fondo verrà proibito di emettere nuove quote (le quote del nuovo fondo vengono rimborsate via via che le attivita’ dello stesso sono liquidate” stabilisce la norma.)

Ma chi determinerà se un attivo è liquido o meno? Banca d’Italia naturalmente “con particolare riferimento alla definizione di attivita’ illiquide, alle caratteristiche dei fondi chiusi (…), alle procedure per l’approvazione delle modifiche dei regolamenti di gestione dei fondi e all’ipotesi in cui (…) siano detenute quote di valore inferiore al minimo previsto per l’investimento in quote di fondi speculativi”, si legge.

VIA IL NUMERO MASSIMO DI SOTTOSCRITTORI PER FONDO
Cancellando tutto quanto contenuto nella normativa attuale e nei regolamente di attuazione, vengono eliminati il numero massimo di partecipanti ad un fondo speculativo (oggi fissato a 200 investitori per ogni fondo).

CONSOB E FSA AL LAVORO SUI FONDI HEDGE

A riprova di quanto è sentito il ‘problema’ hedge fund a livello internazionale, Lamberto Cardia, presidente della Consob, e Hector Sants per la Fsa, l’autorità di vigilanza del Regno Unito, sono stati a chiamati a presiedere una task force sui fondi hedge sponsorizzata dalla Iosco (International Organization of Securities Commissions). 

L’organizzazione mondiale delle autorità di vigilanza sui mercati finanziari intende (ancora una volta) analizzare le problematiche legate alle entità finanziarie non regolamentate, come gli hedge fund, per valutare ipotesi di nuova regolamentazione che possano mitigare i rischi associati all’attività di trading dei fondi speculativi e alla loro tradizionale opacità.

Parallelamente a questo progetto, il Comitato tecnico Iosco ha istituito due altre task force che opereranno sulle vendite allo scoperto e sui mercati non regolamentati (altri due temi particolarmente spinosi). Prima di vedere qualche conclusione, però, dovremo aspettare il prossimo febbraio quando saranno presentati i primi resoconti di questa attività che successivamente verranno presentate al G20 previsto per la prossima primavera.

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