Elezioni Usa, gli effetti sui mercati azionari

A cura di Kempen Capital Management
Gli ultimi sondaggi sulle elezioni statunitensi denotano una chiara rimonta di Donald Trump, che sta rapidamente erodendo il distacco che lo separava da Hillary Clinton. Nel più profondo del cuore temiamo che possa vincere, nonostante tutti i ragionamenti logici che depongono a favore di una sua sconfitta. È una questione emotiva, non riguarda il vero significato di questa eventualità né le prospettive di un governo migliore del paese.
Trump prenderà i voti della gente, perché alla gente non piace Hillary, o perché non piace Obama, o Bill Clinton.
Ai sostenitori di Trump non piace Washington e neanche il controllo delle nascite, il controllo delle armi, i Democratici, e sicuramente neanche i liberali. Alcuni di loro odiano i messicani, i neri e i cinesi in generale. Se sommiamo tutte queste persone motivate negativamente, formano un gruppo di elettori piuttosto nutrito, che andrà a votare l’8 novembre.
Nel frattempo, i Democratici appaiono disorientati, con Hillary Clinton che non riesce a entusiasmare oltre i suoi elettori, i quali, pur riconoscendo i rischi di una presidenza Trump, sembrano meno motivati a votare a novembre.
Barack Obama lo riconosce chiaramente. La scorsa settimana, in un vibrante discorso alla Black Caucus Foundation ha detto al suo pubblico di “andare a votare… non insultate l’eredità della mia presidenza rinunciando a recarvi alle urne… Tutto quello che abbiamo realizzato in questi anni è rimesso in gioco…” Parole forti che provengono dal Presidente degli Stati Uniti, il cui indice di gradimento è in crescita da allora.
Peccato che la Clinton sembri averlo perso. E con la rimonta di Trump cresce l’incertezza: tra le persone, tra gli investitori. Forse i recenti avvenimenti in North Carolina indicano qualcosa che non si vedeva da molto tempo negli Stati Uniti. Le minoranze si rendono conto di quanto sta accadendo e anziché recarsi alle urne innescano rivolte, non volendo accettare che Trump “farà tornare indietro il tempo… e renderà l’America nuovamente grande”. Vedremo altre città statunitensi dichiarare lo “stato di emergenza” e ricorrere al coprifuoco? Gli investitori dovrebbero essere molto cauti.
La politica della Fed è stata il tema dominante sui mercati dei capitali, spingendo al rialzo i multipli di borsa e tenendo bassa la volatilità. Ma ora ci si potrebbe aspettare che i mercati siano dominati dal tema delle elezioni USA. Poiché l’incertezza fa aumentare la volatilità, i mercati azionari registreranno forti correzioni al ribasso. E potrebbero beneficiarne i mercati dei tassi. In realtà si potrebbe sostenere che il rally obbligazionario iniziato questa settimana non è il risultato di un atteggiamento più accomodante della Fed ma è invece dovuto agli investitori che riducono le posizioni più rischiose col crescere dell’incertezza nel paese.
Wall Street teme Trump, ma comprare più Treasury Notes è davvero la posizione meno rischiosa? Dopotutto, chi era il candidato che aveva affermato che il default dei Titoli di Stato USA è una soluzione possibile al problema del debito? Sotto potete leggere la risposta.
“Nessuno conosce il debito meglio di me. Ho fatto fortuna usando il debito. Se le cose non funzionano, rinegozio il debito. È una cosa intelligente, non una cosa stupida” – Donald Trump, giugno 2016.

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