Volatilità sui mercati e cautela per il voto negli Usa

A cura di Valentijn van Nieuwenhuijzen, Chief Strategist e Head of Multi Asset di NN Investment Partners
A poco più di un mese alle elezioni, l’apparentemente interminabile campagna per le presidenziali negli Stati Uniti è entrata, la scorsa settimana, nella sua fase conclusiva, quando i due candidati si sono scontrati nel primo dibattito televisivo. Ci sono ancora due dibattiti prima che gli americani possano recarsi a votare, l’8 novembre. Nelle cinque settimane rimanenti, gli investitori continueranno a rivalutare le proprie impressioni riguardo i possibili esiti della sfida Clinton-Trump.
L’impatto che l’esito delle elezioni avrà sul mercato dipende da due fattori chiave: l’agenda politica che probabilmente verrà implementata dopo le elezioni e l’incertezza che circonda le prospettive politiche. Prendendo in considerazione entrambi questi elementi, è facile capire come mai i mercati sembrano essere più favorevoli a una vittoria di Hillary Clinton che a quella di Donald Trump.
La Clinton è chiaramente la candidata dello status-quo; sotto una presidenza Clinton ci sarebbero molti meno cambiamenti e la visibilità verso il futuro sarebbe decisamente migliore. In caso di vittoria, la Clinton dovrà aver a che fare con un Congresso diviso o addirittura completamente repubblicano. La Camera dei rappresentanti difficilmente cadrà in mano ai democratici, mentre il Senato potrebbe andare con uguale probabilità a uno dei due schieramenti.
È quindi probabile che a Washington persista lo stallo politico, indipendentemente da qualsiasi grande cambiamento di politica che la Clinton abbia in mente. E mentre alcuni aspetti specifici del suo programma potrebbero sicuramente influenzare certi settori (come la sanità), i piani che ha reso noti fino ad ora rappresentano sostanzialmente la continuità, piuttosto che un cambiamento drammatico.
Per Trump, il bilancio appare molto diverso. In caso di vittoria, anche lui potrebbe ritrovarsi con un Congresso diviso, ma esistono concrete possibilità che invece si ritrovi con un parlamento totalmente a maggioranza repubblicana. Questo probabilmente gli permetterebbe di portare avanti una parte più consistente della sua agenda rispetto a quanto riuscirebbe a fare la Clinton. Inoltre, l’incertezza che caratterizzerebbe questa discontinuità politica sarebbe notevole.
Questa incertezza potrebbe consistere in un brusco cambiamento per quanto riguarda le politiche commerciali (protezionismo), la politica estera (meno cooperazione internazionale) e le politiche sul mercato del lavoro (meno immigrazione, più rimpatri di lavoratori senza documenti). Una presidenza Trump potrebbe anche indebolire significativamente l’indipendenza della Federal Reserve. Infine, la volubilità di Trump e la sua mancanza di esperienza in campo politico contribuisce a diminuire la visibilità rispetto a quello che potrebbe accadere durante una sua amministrazione.
Nel concludersi della campagna elettorale, i premi di rischio politici probabilmente andranno su e giù così come faranno sicuramente i sondaggi. Oltre a monitorare tutto questo, bisognerà assicurarsi di riuscire a mettere tutto in prospettiva. L’incertezza politica è un fattore importante per i mercati, ma sicuramente non l’unico. La recente esperienza della Brexit sottolinea come l’attenzione dei media per le dinamiche della politica può talvolta ingannare gli investitori facendogli credere che conti solo quella.
Nonostante l’esito del voto sulla Brexit, i mercati hanno tenuto molto bene durante l’estate e una delle ragioni cruciali di ciò è che i dati economici si sono dimostrati molto più resistenti di come molti avevano previsto. Come si è visto durante la crisi Lehman e quella dell’area euro, l’incertezza politica danneggia i mercati principalmente quando coincide con una debolezza economica.
La situazione attuale presenta un quadro interessante. Dopo il voto per la Brexit e in parallelo con la campagna elettorale americana, l’incertezza è tornata a crescere. Inoltre, i dati sembrano aver cominciato a dare segni di peggioramento nelle ultime settimane dopo aver tenuto bene durante l’estate. Pertanto, questo mix di fattori giustifica una maggiore cautela. Gli indicatori comportamentali mostrano infatti che gli investitori hanno assunto un approccio più cauto sia in relazione al sentiment, sia al posizionamento, mandando di conseguenza un piccolo segnale contrarian positivo. Tale segnale, tuttavia, non è ancora abbastanza forte per controbilanciare i fattori rappresentati dall’incertezza politica e dai dati economici.

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