Source: il 2017 potrebbe essere un anno boom, o inutilmente volatile

IL 2017 SARA’ UN ANNO “ESTREMO”? – Cosa porterà il 2017 con Donald Trump presidente Usa e la Federal Reserve che alzerà i tassi, come prevedono quasi unanimamente mercati e ananlisti? La domanda rincorre in tutti gli uffici studi e le sale contrattazioni attorno al globo e se la maggior parte degli analisti invita alla cautela e ad aspettare le prime mosse effettive del presidente eletto, a gennaio, tanto più che il peso del debito e la demografia in frenata continueranno a condizionare per decenni la crescita mondiale, qualcuno ha provato a ipotizzare scenari più “estremi”.

WALL STREET A 3.100,T-BOND, ORO ED EURO IN CADUTASource, per esempio, ha alzato dal 10% al 25% la probabilità che si verifichi uno scenario di “boom”, in cui almeno negli Usa si verificherebbe un mix fatto di crescita in accelerazione, inflazione in ripresa, Wall Street in rialzo e T-bond in calo, con tassi sui Fed Funds che potrebbero a fine 2017 toccare l’1,50%, mentre il rendimento del decennale guida salirebbe attorno o sopra il 2,80%, l’euro calerebbe a 0,95 contro dollaro, il petrolio Brent sarebbe trattato attorno ai 100 dollari al barile e l’oro cadrebbe sugli 825 dollari l’oncia. In questo caso l’indice S&P500 viene visto in salita sino ai 3.100 punti, mille punti in più dello scenario “centrale”, cui tuttora gli esperti di Source assegnano il 30% di probabilità, contro il 15% dato all’ipotesi di una ulteriore “deflazione benigna” e il 5% assegnato all’ipotesi di una stagnazione (aumento dell’inflazione in assenza di crescita, ndr).

SCENARIO CENTRALE: MOLTI ALTI E BASSI PER NULLA – Se comunque prevalesse lo scenario centrale, dopo un rialzo dello 0,25% a dicembre la Federal Reserve dovrebbe alzare ancora una volta i tassi nel corso del 2017, con le altre banche centrali che manterrebbero un approccio accomodante. Il rendimento del T-bond decennale non andrebbe troppo oltre il 2% e l’euro si manterrebbe attorno a 1,05 contro dollaro: in pratica nonostante i prevedibili alti e bassi non ci si discosterebbe da quanto già si vede ora sui mercati, con i migliori ritorni previsti dal mercato immobiliare, dall’azionario europeo e giapponese e un possibile ritorno d’interesse, nonostante tutto, per i titoli di stato visti come beni in grado di proteggere i capitali quanto meno contro la volatilità crescente dei mercati. Il 2017, comunque vada, sembra destinato ad essere se non proprio la riedizione del 2011, quanto meno un anno più incerto del 2016 ed è tutto dire.

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